L’intenzione che sta alla base di questo lavoro è quella di condividere l’idea che per evolvere vi sia la necessità di porsi grandi domande.
Le grandi domande sono quelle che aprono la porta al caos, allo sconosciuto, all’imprevedibile. Nell’istante in cui ci facciamo una domanda, della quale non conosciamo davvero la risposta, apriamo ad un campo di possibilità infinite. Non sempre forse siamo disposti a ricevere risposte che non ci piacciono, con le quali non siamo d’accordo, o che ci conducono fuori della zona protetta delle nostre credenze o semplicemente non siamo disposti a sostenere il dubbio e l’impossibilità di avere alcune risposte.
Per molti di noi il porsi grandi domande corrisponde con l’avvento di una crisi personale: una malattia, la fine di un’epoca della vita, il fallimento di un lavoro o di un matrimonio. Da qui la messa in luce di uno schema di comportamento reiterato dal quale non si riesce a uscire; , in cui continuiamo ad avere sempre le stesse relazioni, a trovare gli stessi lavori, in cui semplicemente creiamo sempre la stessa realtà. Einstein parlava della follia in questi termini: continuare a fare ripetitivamente sempre le stesse cose aspettandosi un risultato diverso.
Il nostro approccio al tema delle grandi domande si vuole riassumere nelle parole del saggio indiano Ramana Matharshi, che insegnava ai suoi studenti che la via dell’illuminazione si riassumeva nell’interrogativo: chi sono io?
Le grandi domande sono quelle che aprono la porta al caos, allo sconosciuto, all’imprevedibile. Nell’istante in cui ci facciamo una domanda, della quale non conosciamo davvero la risposta, apriamo ad un campo di possibilità infinite. Non sempre forse siamo disposti a ricevere risposte che non ci piacciono, con le quali non siamo d’accordo, o che ci conducono fuori della zona protetta delle nostre credenze o semplicemente non siamo disposti a sostenere il dubbio e l’impossibilità di avere alcune risposte.
Per molti di noi il porsi grandi domande corrisponde con l’avvento di una crisi personale: una malattia, la fine di un’epoca della vita, il fallimento di un lavoro o di un matrimonio. Da qui la messa in luce di uno schema di comportamento reiterato dal quale non si riesce a uscire; , in cui continuiamo ad avere sempre le stesse relazioni, a trovare gli stessi lavori, in cui semplicemente creiamo sempre la stessa realtà. Einstein parlava della follia in questi termini: continuare a fare ripetitivamente sempre le stesse cose aspettandosi un risultato diverso.
Il nostro approccio al tema delle grandi domande si vuole riassumere nelle parole del saggio indiano Ramana Matharshi, che insegnava ai suoi studenti che la via dell’illuminazione si riassumeva nell’interrogativo: chi sono io?