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Questo volume comprende quattro saggi che trattano il significato dei concetti di intelletto e di ragione in Kant e Schopenhauer, filosofi che hanno dato, pur nelle diverse interpretazioni, contributi rilevanti alla individuazione del ruolo svolto da queste due facoltà nell’ambito del pensiero filosofico. Secondo la prospettiva indicata, l’intelletto e la ragione sono interpretati, nei saggi del volume riguardanti gli scritti critici e precritici di Kant, in rapporto ai concetti di funzione, di giudizio e di metodo, di unità analitica e di unità sintetica della coscienza che appare anche…mehr

Produktbeschreibung
Questo volume comprende quattro saggi che trattano il significato dei concetti di intelletto e di ragione in Kant e Schopenhauer, filosofi che hanno dato, pur nelle diverse interpretazioni, contributi rilevanti alla individuazione del ruolo svolto da queste due facoltà nell’ambito del pensiero filosofico. Secondo la prospettiva indicata, l’intelletto e la ragione sono interpretati, nei saggi del volume riguardanti gli scritti critici e precritici di Kant, in rapporto ai concetti di funzione, di giudizio e di metodo, di unità analitica e di unità sintetica della coscienza che appare anche legata ad una interpretazione logico-grammaticale, secondo le lezioni di Logica, del concetto di qualcosa e del concetto del nulla. Rilievo è anche dato all’interpretazione della terza antinomia della ragione della Critica della ragion pura considerata, tenendo presente l’idea di libertà trascendentale e il concetto di causa intesa in rapporto alla natura e alla libertà, al carattere empirico e al carattere intelligibile dell’uomo e al tempo. Quanto a Schopenhauer, l’intelletto rivela un’attività intuitiva finita, non propria solo del soggetto finito, mentre la ragione è individuata sia in relazione alle quattro radici del principio di ragion sufficiente, sia come attività discorsiva, in modo diverso rispetto all’idea di ragione sostenuta da Kant; questa, infatti, ha nel filosofo di Königsberg un significato metafisico, come esigenza dell’incondizionato, esigenza metafisica che, ciononostante, appare anche in Schopenhauer, nella stessa Quadruplice radice del principio di ragione sufficiente, con la figura di Democrito.