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Nell’epoca dell’“intelligenza artificiale” come realtà tangibile e della modellizzazione matematica delle nostre performances cognitive neuralmente indotte e “rappresentabili” resta, in questo dominio di fenomeni, quanto mai indecisa una distinzione concettualmente stabile tra ciò che è “naturale” e ciò che è “artificiale”. Il risultato ne è una vittoria senza sopravvissuti del secondo sul primo. Ovunque un’operazione matematica appaia come effettivamente capace di calcolare una performance cognitiva (di uno smartphone, di un ratto, di un bimbo) è di “artificiale” – di “meccanismo” – che…mehr

Produktbeschreibung
Nell’epoca dell’“intelligenza artificiale” come realtà tangibile e della modellizzazione matematica delle nostre performances cognitive neuralmente indotte e “rappresentabili” resta, in questo dominio di fenomeni, quanto mai indecisa una distinzione concettualmente stabile tra ciò che è “naturale” e ciò che è “artificiale”. Il risultato ne è una vittoria senza sopravvissuti del secondo sul primo. Ovunque un’operazione matematica appaia come effettivamente capace di calcolare una performance cognitiva (di uno smartphone, di un ratto, di un bimbo) è di “artificiale” – di “meccanismo” – che pervasivamente si parla. Sembra cioè impossibile che la “natura” essa stessa possa essere oggetto di una matematizzazione. Conseguenza ne è che l’intelligenza naturale dell’uomo diventa artificiale non appena si smette di parlarne con parole ordinarie e il microscopio matematico subentra per indagarne/descriverne i…“meccanismi”. Matematizzazione della nostra intelligenza naturalmente matematizzante e sua artificializzazione sembrano dunque andare “ovviamente” insieme. E poiché l’unica realtà naturalmente intelligente è l’uomo, ne deriva che in un mondo che la nostra scienza assume come isomorfo ai suoi oggetti matematici (“modelli”), il soggettomatematico svanisce non appena evocato, così come – per questa stessa scienza – in un mondo certamente fatto di cose fisiche (atomi), la nozione stessa di persona fisica diventa una contraddizione in termini.
Questo saggio si occupa di fornire una base concettualmente solida per recuperare questa drammatica situazione. Il dominio d’indagine prescelto per articolare una proposta sufficientemente solida è quello delle ricerche piagettiane e post-piagettiane sulla (neuro-)cognizione matematica. Per esser conclusivo, tuttavia, il ragionamento deve necessariamente muoversi su tre piani: storico-culturale, metafisico, matematico.
Questa prima parte dell’opera si preoccupa in modo eminente di offrire una critica della situazione presente delle scienze della cognizione/evoluzione dal punto di vista culturale e metafisico, e questo anche laddove il discorso si fa più formalmente esatto e logicamente esigente. Questo preparerà il terreno per il volume a venire, dove l’aspetto logico-matematico diventerà il diretto protagonista del discorso.