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L’Autore in questa monografia ha trattato un tema fondamentale del pensiero filosofico riguardante il rapporto e la distinzione tra intuire e pensare in Cartesio, Kant e Jaspers, filosofi che in modo significativo hanno dato un contributo rilevante all’approfondimento di questo tema. Nell’ambito della prospettiva indicata, vengono considerati in Cartesio i concetti di ordine, disposizione e labirinto fra loro in rapporto e la teoria del pensare che, nelle Regole per la guida dell’intelligenza, appare tanto come relazione fra intuizione e deduzione in grado, come intuizione prolungata, di…mehr

Produktbeschreibung
L’Autore in questa monografia ha trattato un tema fondamentale del pensiero filosofico riguardante il rapporto e la distinzione tra intuire e pensare in Cartesio, Kant e Jaspers, filosofi che in modo significativo hanno dato un contributo rilevante all’approfondimento di questo tema. Nell’ambito della prospettiva indicata, vengono considerati in Cartesio i concetti di ordine, disposizione e labirinto fra loro in rapporto e la teoria del pensare che, nelle Regole per la guida dell’intelligenza, appare tanto come relazione fra intuizione e deduzione in grado, come intuizione prolungata, di consentire la persistenza del pensiero, quanto come enumerazione in condizione di ripercorrere in modo unitario e simultaneo le rappresentazioni. Oltre a ciò, sono anche esaminati, con uno studio teoreticamente orientato, la critica di Kant all’intuizione intellettuale, il ruolo svolto dall’intelletto discorsivo che opera per il tramite dei concetti puri, il rapporto fra il filosofare e la filosofia, insieme con la distinzione, fatta da Kant, tra il procedere del matematico, che costruisce i concetti, esibendoli nell’intuizione pura, e quello del filosofo che, non potendo esibire le idee nell’intuizione, prova un senso di vuoto, peraltro superato, come opportunamente rileva l’Autore, con il carattere espressivo, proprio del pensiero filosofico, rispetto all’idea di filosofia. Quanto poi a Jaspers, prima viene considerata la concezione che il filosofo di Oldenburg ha del pensiero rappresentativo, che è condizionato dalla doppia divisione degli oggetti fra loro e dell’oggetto rispetto al soggetto, poi, viene individuato l’emergere di un pensiero inoggettivo che pone in rilievo, anche mediante le metafore dell’occhio e dello specchio adoperate da Jaspers e approfondite nella monografia, un altro modo rispetto alla tematica della cifra con cui l’uomo, come esistenza possibile, entra in rapporto con la Trascendenza.