Il rischio di impazzire che corre un insegnante, superati i vent’anni di insegnamento nella scuola, si riduce notevolmente se egli riesce a vuotare il sacco delle tante incoerenze, inconcludenze, frustrazioni, amarezze, tensioni del proprio mestiere. L’autrice, una docente di matematica, prova a farlo con sagacia e ironia in questo racconto, iniziando dal farraginoso collegio dei docenti del primo settembre per poi attraversare l’anno scolastico descrivendo gli stereotipati consigli di classe, l’accorato colloquio con le famiglie, e soffermandosi a tratteggiare le tipologie dei docenti e quelle degli alunni: ragazzi questi che, sebbene scolasticamente modificati, restano i protagonisti veraci della scena scolastica. Insomma, tutto quello che si può incontrare durante un anno di scuola l’autrice lo narra con disincanto e lo trasforma in espediente per raccontare di sé e delle sue più profonde emozioni.
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