VINCITORE DEL PREMIO SELEZIONE BANCARELLA 2022
La storia di come da ragazzo sono diventato uomo in un solo batter d’ali
Cosa succede quando la malattia irrompe, improvvisa e devastante, nella vita di un ragazzo di sedici anni?
Niccolò (Nicco, per gli amici) vive la sua adolescenza tra le gioie e le preoccupazioni della sua età, tra scuola, amici, fidanzata, sport… È fortunato, Nicco: circondato da una famiglia amorevole e sostenuto dalla complicità di due fratelli gemelli, può guardare con fiducia a un futuro pieno di promesse. All’improvviso però tutto cambia. Sul campo da calcio, la sua passione più grande, Nicco sente un dolore alla gamba, insistente, insidioso. I giorni passano, ma quel dolore no, non passa, anzi, si fa sempre più intenso, finché un giorno la gamba cede e le cose precipitano. Osteosarcoma: questa è la terribile sentenza che colpisce Niccolò come un pugno in pieno viso. È la primavera dei suoi sedici anni e lui ha un cancro. Inizia così una lenta discesa agli inferi tra biopsie, operazioni, ricoveri, terapie e devastanti effetti collaterali. Mentre i suoi coetanei si godono l’estate, Nicco, in una stanza d’ospedale, è costretto a crescere in fretta, solo contro un nemico implacabile e subdolo. E proprio quando la stanchezza sembra prendere il sopravvento, Niccolò scopre il potere del sorriso, di un atteggiamento positivo, della resilienza…
In questa lettera accorata che è un incitamento a non darsi mai per vinti, Nicco non nasconde nulla, non il dolore, non la rabbia, non il senso di sconfitta. Nel labirinto dei suoi pensieri, delle sue altalenanti emozioni, ci prende per mano e ci apre il suo cuore, che ha scoperto essere più forte e coraggioso di quanto avrebbe mai potuto immaginare. Perché essere coraggiosi non significa non avere paura, ma andare avanti nonostante la paura.
Mi chiamo Niccolò, ho sedici anni e un tumore maligno. E questo è il mio diario. Alcuni ragazzi a sedici anni si fanno le canne. Io mi sono fatto la chemio. Quando mi hanno diagnosticato un tumore maligno ho pensato di morire. E qualcosa è morta davvero: la paura.
Non ho scelto di avere il cancro, ma ho scelto come combatterlo.
Ho scelto di sorridere sempre.
Ho scelto di sorridere dei miei dolori, della mia stanchezza, della mia testa senza capelli.
Ho scelto di continuare a mostrarmi per quello che sono.
«Un resoconto sincero, doloroso, che testimonia coraggio e una maturità disarmante. Un racconto in cui c'è spazio per l’amicizia, la fratellanza, la felicità. Sembra la sfida di un supereroe che non perde la speranza, l’ironia, persino la voglia di scherzare.»
La Repubblica
«La battaglia contro il tumore raccontata con il linguaggio diretto e colorato di un ragazzo che in un attimo si è fatto uomo.»
Corriere della sera
«Il ragazzo diventato uomo per non arrendersi al male.»
Il Tempo
Niccolò Palombini
È nato il 10 luglio 2002 e vive a Roma con la sua famiglia. Ha due fratelli gemelli. Frequenta l’ultimo anno di liceo scientifico. All’età di sedici anni è stato colpito da un osteosarcoma ad alto grado di malignità. Gli piace fare sport, soprattutto giocare a calcio, viaggiare e andare allo stadio, ma più di ogni altra cosa gli piace vivere sereno con le persone che ama.
La storia di come da ragazzo sono diventato uomo in un solo batter d’ali
Cosa succede quando la malattia irrompe, improvvisa e devastante, nella vita di un ragazzo di sedici anni?
Niccolò (Nicco, per gli amici) vive la sua adolescenza tra le gioie e le preoccupazioni della sua età, tra scuola, amici, fidanzata, sport… È fortunato, Nicco: circondato da una famiglia amorevole e sostenuto dalla complicità di due fratelli gemelli, può guardare con fiducia a un futuro pieno di promesse. All’improvviso però tutto cambia. Sul campo da calcio, la sua passione più grande, Nicco sente un dolore alla gamba, insistente, insidioso. I giorni passano, ma quel dolore no, non passa, anzi, si fa sempre più intenso, finché un giorno la gamba cede e le cose precipitano. Osteosarcoma: questa è la terribile sentenza che colpisce Niccolò come un pugno in pieno viso. È la primavera dei suoi sedici anni e lui ha un cancro. Inizia così una lenta discesa agli inferi tra biopsie, operazioni, ricoveri, terapie e devastanti effetti collaterali. Mentre i suoi coetanei si godono l’estate, Nicco, in una stanza d’ospedale, è costretto a crescere in fretta, solo contro un nemico implacabile e subdolo. E proprio quando la stanchezza sembra prendere il sopravvento, Niccolò scopre il potere del sorriso, di un atteggiamento positivo, della resilienza…
In questa lettera accorata che è un incitamento a non darsi mai per vinti, Nicco non nasconde nulla, non il dolore, non la rabbia, non il senso di sconfitta. Nel labirinto dei suoi pensieri, delle sue altalenanti emozioni, ci prende per mano e ci apre il suo cuore, che ha scoperto essere più forte e coraggioso di quanto avrebbe mai potuto immaginare. Perché essere coraggiosi non significa non avere paura, ma andare avanti nonostante la paura.
Mi chiamo Niccolò, ho sedici anni e un tumore maligno. E questo è il mio diario. Alcuni ragazzi a sedici anni si fanno le canne. Io mi sono fatto la chemio. Quando mi hanno diagnosticato un tumore maligno ho pensato di morire. E qualcosa è morta davvero: la paura.
Non ho scelto di avere il cancro, ma ho scelto come combatterlo.
Ho scelto di sorridere sempre.
Ho scelto di sorridere dei miei dolori, della mia stanchezza, della mia testa senza capelli.
Ho scelto di continuare a mostrarmi per quello che sono.
«Un resoconto sincero, doloroso, che testimonia coraggio e una maturità disarmante. Un racconto in cui c'è spazio per l’amicizia, la fratellanza, la felicità. Sembra la sfida di un supereroe che non perde la speranza, l’ironia, persino la voglia di scherzare.»
La Repubblica
«La battaglia contro il tumore raccontata con il linguaggio diretto e colorato di un ragazzo che in un attimo si è fatto uomo.»
Corriere della sera
«Il ragazzo diventato uomo per non arrendersi al male.»
Il Tempo
Niccolò Palombini
È nato il 10 luglio 2002 e vive a Roma con la sua famiglia. Ha due fratelli gemelli. Frequenta l’ultimo anno di liceo scientifico. All’età di sedici anni è stato colpito da un osteosarcoma ad alto grado di malignità. Gli piace fare sport, soprattutto giocare a calcio, viaggiare e andare allo stadio, ma più di ogni altra cosa gli piace vivere sereno con le persone che ama.