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Da ragazza, spesso passavo il sabato pomeriggio in libreria con la mia amica Rocìo: entrambe appassionate di lettura, ci regalavamo quelle ore per scegliere il prossimo libro da leggere, così da continuare ad approfondire, a cercare di capire il senso della vita. La sera, tra un caffè e l’altro, parlavamo tanto, spesso per ore e ore. Quante volte ci ha sorpreso l’alba discutendo delle nostre letture e delle nostre scoperte! Ci piaceva filosofare, eravamo convinte che tra tutte quelle pagine avremmo trovato le risposte che cercavamo. Ma le risposte, quelle vere, non si leggono: si vivono. Qualche anno dopo mi sposai, nacque Alejandra, e con lei è arrivò Lui, l’Autismo, il vero Maestro. L’autismo di Ale mi ha sconvolto la vita, non solo dal punto di vista pratico: ha cambiato in me priorità, idee, valori. Mi ha spinta verso strade che non avrei mai immaginato di imboccare, e mi ha insegnato ad apprezzare ciò che si nasconde dietro un cosiddetto handicap e a focalizzarmi sulla grandezza dell’anima di Alejandra, anziché sui suoi limiti. Ho imparato a considerarla davvero diversamente abile. Grazie all’autismo, sono cresciuta insieme a lei. E le risposte che avevo cercato sin da ragazza? Beh, alla fine le ho trovate: non erano sui libri, erano sempre state dentro di me, nel cuore. Avevo soltanto bisogno di qualcuno che mi insegnasse a guardare con gli occhi del cuore per capirlo. Avevo bisogno di Ale.