L’approccio diretto con l'affascinante mondo dell'ipnosi è ancora fresco e vivo nell’autore. Avvenne quando era ancora fanciullo; successe in uno di quei teatrini ambulanti che giravano di città in città portando ovunque il loro carico di meraviglie. Quel "palcoscenico da farsa antica" riusciva a sbalordire grandi e piccini, subito rapiti e coinvolti dalla realtà rappresentata sulla scena. Uno di quegli spettacoli includeva un numero di ipnosi, o più propriamente di ipnotismo, come veniva definita allora tale pratica. L’autore ricorda ancora quell'uomo alto, longilineo, dai movimenti eleganti, quasi felini, enfatizzati ad arte durante lo spettacolo. Indossava con grande disinvoltura un abito in verità piuttosto logoro; il suo volto era senza dubbio l'elemento fisico di maggior impatto e suggestione. Comprese solo più tardi che lui stesso, al pari di molti altri ragazzi che assistevano sbalorditi allo spettacolo, erano stati ipnotizzati proprio come era accaduto ai numerosi soggetti che si erano volontariamente sottoposti alle pratiche di quel singolare personaggio. Solo più tardi l’autore scoprì che i fenomeni incredibili che si verificarono in quel frangente avvenivano anche in tutti gli altri spettacoli di questo tipo: il mago (tanto vale definirlo così) faceva piombare le persone da lui scelte in un sonno profondo e istantaneo. Anche la voce di quell'uomo era davvero impressionante. Il tono era grave, profondo e allo stesso tempo carezzevole e insinuante. I volontari, obbedendo agli ordini proferiti da quella voce, si alzavano; sui loro volti era scolpita un'espressione vuota, sembravano zombi riscattati dalla morte; camminavano, parlavano, cantavano o si rotolavano per terra. La cosa più sorprendente era osservare come, dopo tante rischiose peripezie, quegli uomini e quelle donne, al semplice schioccare delle dita dell'ipnotizzatore, si svegliassero e, meravigliati, aprissero gli occhi, come se fosse quello il segnale per tornare a vivere, come se per tutto quel tempo le loro anime fossero state rapite da quell'uomo magico che le aveva poi, a sua discrezione, fatte tornare di nuovo ai loro corpi. Con il passare degli anni lo scetticismo riuscì, se non a cancellare completamente il ricordo, ad attenuare almeno l'alone di mistero che circondava quell'evento. In fin dei conti, tutte quelle doti paranormali non erano altro che una dimostrazione di una finzione scenica vecchia quanto l'umanità. Semplici trucchi, simili alle colombe o ai conigli che escono dai cilindri magici. Da quel momento cominciò ad interessarsi più attivamente all'ipnosi. Fece un errore grossolano: quanto più uno avanza nella conoscenza, tanto più rimane confuso e perplesso. Ma non ne poteva fare a meno. Le pagine che seguono costituiscono un breve, accelerato e semplice compendio di tutto ciò che oggi sappiamo sull'ipnosi. Non si desidera scoraggiare il lettore, ma bisogna comunque premettere che si tratta di un fenomeno non ancora completamente esplorato e spiegato.