Solo la storia può dare delle risposte alla crisi italiana. Ecco perché due voci indipendenti e fuori dal coro, come Lodovico Festa e Giulio Sapelli, esplorano il tema dei ricorsi nella storia d’Italia per trarne delle lezioni e delle tracce con l’intento di comprendere il tempo che viviamo. Ludovico il Moro come Cuccia, Cesare Borgia come Craxi, i dogi come Berlusconi, Lutero come Ratzinger: dieci similitudini nella storia d’Italia interpretate alla luce del pensiero di due giganti come il Machiavelli e il Guicciardini. Festa e Sapelli con questi dialoghi, non privi in certi punti di consapevoli forzature, cercano di spingere a guardare più a fondo nella crisi italiana per aprire con il paradosso la via alla ragione: quanto da lontano vengono certe questioni e certe strutture che innervano la società italiana? Quanto sono attuali le riflessioni (contrapposte) di grandi intellettuali come Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini che osservarono l’ascesa e il declino degli Stati italiani in Europa e i grandi cambiamenti tecnici e geografici del loro tempo?
In che modo l’economia, la politica, la cultura giuridica e la società italiana si nutrono di storia, prima ancora che di tecnicalità? Un esteso corredo antologico di testi tratti dalla Storia d’Italia del Guicciardini e anche dal Principe di Machiavelli completano i dialoghi di Festa e Sapelli a testimonianza della profondità e dell’attualità di queste riflessioni.