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L’autore dopo aver fatto il cronotopo cioè dopo aver dato le coordinate storiche e geografiche dei Vangeli, cerca di spiegare alcune formulazioni storiche in modo da contestualizzare la figura di Gesù, uomo vissuto dal 7 a.C. fino alla Pasqua del 43 d.C. I suoi tentativi di spiegare Gesù, un giudeo di Galilea, di evidenziare il territorio stesso galilaico, di mostrare la nascita nel quadro di un censimento, suddiviso in apotimesis e anagraphé, di rilevare il percorso da fare per un fuga in Egitto, i tempi, i pericoli e la vigilanza delle milizie erodiane, permettono di entrare in reali…mehr

Produktbeschreibung
L’autore dopo aver fatto il cronotopo cioè dopo aver dato le coordinate storiche e geografiche dei Vangeli, cerca di spiegare alcune formulazioni storiche in modo da contestualizzare la figura di Gesù, uomo vissuto dal 7 a.C. fino alla Pasqua del 43 d.C. I suoi tentativi di spiegare Gesù, un giudeo di Galilea, di evidenziare il territorio stesso galilaico, di mostrare la nascita nel quadro di un censimento, suddiviso in apotimesis e anagraphé, di rilevare il percorso da fare per un fuga in Egitto, i tempi, i pericoli e la vigilanza delle milizie erodiane, permettono di entrare in reali situazioni, data la capacità di ricostruire i particolari di ogni vicenda in relazione a specifiche competenze tecniche. Inoltre centrale è nel lavoro la novità di un Regno dei cieli (staccato da Regno di Dio, ellenistico) esaminato nella sua genesi e nel suo reale significato storico, e nel suo valore aramaico, ben connesso con l’opera di Giudaismo romano. L’autore precisa i termini di malkuth ha shemaim e di un messianesimo aramaico, zelotico, vincitore sui romani, e lo fissa tra la morte di Elio Seiano (18 ottobre 31) e la Pasqua del 36 a.C. Viene registrata la realizzazione del Regnum, grazie al probabile intervento congiunto di una confederazione tra il Messia ed Izate di Adiabene, Artabano III ed Areta IV, in un momento storico in cui c’è disinteresse per la provincia di Siria da parte di Tiberio Nerone, preso nella vendetta contro i complici di Seiano, che aveva fatto la politica orientale. Viene marcata la morte del Messia, rilevato nella sua reale figura storica, senza l’alonatura di Rabbi/maestro, a seguito dell’invio di Lucio Vitellio nel 35d.C. e della sua vittoria su Artabano, costretto alla resa, ad una tregua e al trattato di Zeugma. All’esercito romano e al suo dux vittorioso, dopo la riconquista della Siria, l’annessione dell’Armenia Minor e il patronato sull’Armenia maior, resta solo un atto di ricongiunzione all’imperium dell’isola aramaica di Gerusalemme: la rivoluzione messianica finisce, la città si arrende per non essere distrutta, e si costituisce un nuovo sinedrio, sadduceo ed erodiano, che decide la consegna a Lucio Vitellio del meshiah filopartico, maran destituito. Infne nel quadro di uno zelotismo imperante in Palestina rispetto al dominio del giudaismo ellenizzato del bacino del Mediterraneo, l’autore mostra una serie di goetes più o meno ispirati all’ ideologia messianica e la particolare figura di Giacomo, fratello di Gesù nella carne. L’autore conclude mostrando la diversa struttura e propagazione di due diversi vangeli, quello di Giacomo e quello di Paolo, che sono spie di due diverse forme di lettura della figura del Messia e della differente attesa del suo ritorno.