Attraverso il “vivere pericoloso”, l’arte e la poesia, l’eros di Julius Evola (1898-1974) – come pensiero e virus – in pubblicazioni, convegni e manifestazioni dal 2005. Ultimamente le espressioni della sua esistenza ispirano la mia “eros-narrazione” fantastica. Il nome di Evola continua a essere considerato, in alcuni ambiti, un tabù in Italia. Questo occultamento mi ha indotto a curare una mostra sul suo lavoro artistico a Reggio Calabria (2005), che ho visto attraverso l’alchimia dell’astrazione mistica. La sua arte e poesia sconfinante “guardano” le avanguardie storiche più radicali, come il Futurismo e il Dada (di cui in Italia è il principale esponente). Uno degli aspetti del pensiero di Evola più coinvolgente è la sua dotta “lettura” dell’eros per mezzo del libro Metafisica del sesso (1958), che analizza varie dottrine. La sua importanza consiste anche nel far conoscere testi e saperi antichi, in anticipo sulla cultura del tempo, e, talvolta, ancora oggi oscuri o poco conosciuti. (V.C.)