Il capitalismo ha realizzato tutto ciò che era in suo potere, ma ora ha raggiunto i suoi limiti: la strada di una continua crescita a discapito delle risorse naturali non è più praticabile. Dunque, che fare? Per Ludger Eversmann, filosofo e informatico tedesco, la soluzione passa attraverso un utilizzo rivoluzionario della tecnologia, messa al pieno servizio della collettività. Si tratta di ripensare un nuovo ordine economico, come già sostenuto un secolo fa da Marx, capace di superare i problemi strutturali del capitalismo. Ma si tratta di pensare anche oltre Marx, profittando delle incredibili possibilità delle nostre società digitali: fabbriche intelligenti capaci di produrre on demand solo quello di cui abbiamo bisogno, infrastrutture automatizzate e statali al servizio della società e che regolino la produzione e il consumo delle risorse. Dobbiamo cioè pensare a una nuova “Atene digitale” in cui sono le macchine a lavorare, lasciando agli umani il lavoro intellettuale e la capacità decisionale. Ma c’è ancora spazio per un ‘socialismo utopistico’ nell’epoca dell’intelligenza artificiale?