In una mattina di luglio, mentre il sole asciuga il territorio del lago d’Orta flagellato da due giorni di tempesta, dalle acque del porticciolo di Tortirogno affiora il corpo di un giovane sconosciuto. Leo Santeri, postino che “da grande” avrebbe voluto fare il detective, di ritorno da un giro di consegne vede la scena e si mischia alla folla di curiosi sul molo. Qualche giorno più tardi il giovane viene identificato come Marcello Toppi, figlio ventenne di un piccolo impresario edile locale. La presenza sul corpo di numerose contusioni e una ferita di arma da taglio scatenano la curiosità di Leo Santeri, che in nome dell’amicizia che lo lega al padre del giovane incomincia a indagare. Mentre esplora un’ansa del lago ritrova alcune vecchie figurine di calciatori che il capitano Razza, comandante della stazione locale dei carabinieri, gli sequestra apparentemente senza motivo. Leo Santeri scava nel mondo del collezionismo e nella cronaca del passato, in un caleidoscopio di personaggi e avvenimenti, mentre qualcuno nell’ombra invia messaggi minacciosi e uccide. Leo Santeri scoprirà tra le pieghe di una vecchia fotografia sgranata una storia caduta nell’oblio, quella dell’estate lontana di un gruppo di ragazzi appassionati di figurine divenuta tragedia, e un angolo di lago dove tutto tace.
Mario Barale nasce a Moncalieri nel 1966. Manifesta fin dalla tenera età l’avversione per la carta bianca, che riempie con immagini e parole, utilizzando qualsiasi cosa gli capiti a tiro, dai pastelli colorati alle frasi in dialetto piemontese dei suoi temi alle elementari. Terminati gli studi artistici, tiene una personale nel 1986 e inizia a lavorare come freelance nel settore grafico e pubblicitario, fino a cambiare pelle, entrando prima nella grande distribuzione e poi nel settore tecnico automobilistico, senza mai smettere di imprimere da qualche parte il proprio pensiero e raccogliere idee. Il sogno nel cassetto di scrivere e illustrare un libro tutto suo dorme un sonno inquieto fino al 2010, quando la nascita di Miriam scombussola gli equilibri, portando a galla la voglia di lasciare una traccia, magari invertendo le cose e raccontando con le parole quelle sensazioni materializzate fin lì solo in punta di matita. Con la complicità di un tablet da due soldi, gli intervalli mensa del suo lavoro da impiegato e molte ore rubate a sonno e vita coniugale il sogno diventa realtà, con la pubblicazione di una serie di tre thriller, seguiti da due racconti in antologie di concorsi letterari e un romanzo, sempre in bilico tra realtà e ombre di altri mondi. Immagini e parole si prendono finalmente per mano. Il sogno continua.
Mario Barale nasce a Moncalieri nel 1966. Manifesta fin dalla tenera età l’avversione per la carta bianca, che riempie con immagini e parole, utilizzando qualsiasi cosa gli capiti a tiro, dai pastelli colorati alle frasi in dialetto piemontese dei suoi temi alle elementari. Terminati gli studi artistici, tiene una personale nel 1986 e inizia a lavorare come freelance nel settore grafico e pubblicitario, fino a cambiare pelle, entrando prima nella grande distribuzione e poi nel settore tecnico automobilistico, senza mai smettere di imprimere da qualche parte il proprio pensiero e raccogliere idee. Il sogno nel cassetto di scrivere e illustrare un libro tutto suo dorme un sonno inquieto fino al 2010, quando la nascita di Miriam scombussola gli equilibri, portando a galla la voglia di lasciare una traccia, magari invertendo le cose e raccontando con le parole quelle sensazioni materializzate fin lì solo in punta di matita. Con la complicità di un tablet da due soldi, gli intervalli mensa del suo lavoro da impiegato e molte ore rubate a sonno e vita coniugale il sogno diventa realtà, con la pubblicazione di una serie di tre thriller, seguiti da due racconti in antologie di concorsi letterari e un romanzo, sempre in bilico tra realtà e ombre di altri mondi. Immagini e parole si prendono finalmente per mano. Il sogno continua.