Il 28 febbraio 1807, la lama della ghigliottina eretta a Torino in Piazza Carlina cala, col suo cigolio sinistro, sul collo della più famosa donna condannata nella Torino napoleonica, la Bela Caplera. È una brunetta di 23 anni, accusata di tentato avvelenamento ai danni di una sua collega, che praticava come lei il mestiere più antico del mondo, che non è quello della cappellaia... Il boia alza la testa mozzata tenendola per i capelli, la mostra agli astanti e, si racconta, gli occhi ormai fissi della morta si mettono a lacrimare. Rimasti racchiusi per oltre duecento anni nei registri del Tribunale criminale conservati all’Archivio Storico della Città di Torino, gli atti del processo e il verbale di esecuzione vengono ora a raccontare un pezzetto di storia della nostra Città. Insieme alla Bela Caplera, si fanno avanti tante altre donne…