Da molti secoli, la casa del vasaio era circondata da numerose superstizioni. Alcuni credevano che fosse collegata con il mondo ultraterreno e visitata da molti spiriti che influenzavano la creazione delle strane figure esoteriche delle opere in terracotta. Si diceva pure che nella casa del vasaio vi avesse vissuto Sebastiano I, re del Portogallo, dopo la fuga dalla sua prigionia. Forse proprio lì sarebbe riapparso, secondo gli auspici delle leggende che avevano accompagnato la vita e la scomparsa dello sfortunato giovane sovrano nella disastrosa disfatta in Marocco nel 1578. Questa leggenda originò numerosi casi d'impostura di vari personaggi i quali si proclamarono il redivivo re Sebastiano I. Tra questi, il più famoso fu il caso del calabrese, indicato come il "falso di Venezia", giustiziato il 27 settembre 1603 con l'accusa d'impostura. Inutili furono i vari tentativi dei sovrani nemici del regno iberico e le insurrezioni dei movimenti sebastianisti in Portogallo per riconoscerne la vera identità regale. Molti storici hanno indicato quell'esecuzione come il regicidio del vero Sebastiano I. Il movimento sebastianista non cessò mai di attendere il ritorno a ogni ricorrenza dalla scomparsa del loro re, fino ai giorni nostri. Dopo 400 anni, la scoperta di nuovi documenti indica in quell'ingiusta esecuzione il regicidio di Sebastiano I. Le attese messianiche riprendono vigore secondo le nuove indicazioni della vera morte del sovrano. Per l'occasione è organizzato un importante convegno in Calabria al quale mostrano interesse varie sette esoteriche che sperano di vedere confermate le aspettative del ritorno dei loro messia. Il romanzo percorre questi episodi lasciando al finale l'attesa dell'apparizione del re Sebastiano I nella casa del vasaio.