Flicaberto De Pondis studia i linguaggi, complessa scienza umana, e complesse sono le sue frequentazioni: come le nobili Virgiliana e Amaranta, l’eccentrico ingegner Rave Santi e Marcello Mainardi, maturo avvocato affetto da satirismo. O come Arturo, che quando parla di Clorinda, impossibile passione di gioventù, si esprime in un idioma sconosciuto. Strano? Ma in fondo, non proviamo tutti, quando l’amore è ricambiato, l’ebbrezza di non trovare le parole per descriverlo, e, quando invece non lo è, il tormento di non saperne dire con chiarezza il senso? Emblema di questa ineludibile esperienza umana, e fulcro delle avventure dei protagonisti e dell’amicizia che li unisce, è la complicata relazione fra Marcello e Jenica, bella rumena bisognosa d’amore e di certezze, non solo sentimentali. Un po’ Camera con vista, un po’ Decamerone. Un caleidoscopico romanzo corale, un giro del mondo che conduce a un finale a sorpresa e a una sorniona allusione: in tutte le cose, e in amore soprattutto, l’importante è capirsi. E semmai sorvolare su certi complessi argomenti.