Trentasei secondi. Tanto durò il terremoto che si abbatté su Messina il 28 dicembre 1908. Un tempo infinitesimo bastò per annientare millenni di storia, distruggere palazzi, monumenti e chiese dalle forme architettoniche superbe ed irripetibili, cancellando un’intera classe sociale con le sue tradizioni e conoscenze, e privando Messina della sua stessa anima. È proprio con gli occhi dei protagonisti, gli Arcuri e i Raciti, due famiglie dell’alta borghesia messinese, che l’autore fa rivivere gli anni della ricostruzione successivi al terremoto e quelli delle due guerre mondiali: sono anni in cui spicca forte il bisogno di ricreare un’identità che sembra essere stata spazzata via, ma anche la voglia di non rimanere rinchiusi entro i confini della propria terra e la curiosità di scoprire cosa si cela oltre quel mare che divide la Sicilia dall’Italia intera, per cercare altrove qualcosa di nuovo invece che continuare a vivere dei ricordi di un passato ormai solo immaginario. Con una scrittura sincera e velata di una struggente malinconia, Luigi Nastasi conduce per mano il lettore tra quelle macerie e il dolore dei protagonisti si stacca dal passato diventando universale, il dolore di chiunque ha il coraggio di rinascere quando tutto sembra ormai perduto. Luigi Nastasi, nato a Messina nel 1942, si è trasferito a Varese, dove vive e lavora dal lontano 1966. Dottore Commercialista per professione, scrittore e poeta per vocazione, ha già pubblicato con Albatros una raccolta di poesie dedicate alla sua Sicilia dal titolo Emozioni in prosa e poesia e due romanzi brevi.