Il romanzo La coscienza di Zeno, scritto da Italo Svevo nel 1923, nell’ambito della letteratura italiana segna il passaggio dal verismo ad una nuova visione e descrizione del reale, più analitica ed introversa. I dati della realtà vanno incontro ad una sempre crescente interiorizzazione, vengono cioè usati sempre più come specchi per chiarire i complessi e contraddittori moti della coscienza. Al centro delle proprie storie Svevo pone sempre un solo personaggio, un individuo abulico e infelice, incapace di affrontare la realtà ed a cui costantemente soccombe; ma che allo stesso tempo tenta di nascondere a sé stesso la propria inettitudine, sognando evasioni, cercando diversivi e giustificazioni.