La coscienza di Zeno è uno dei romanzi più importanti della letteratura italiana. Venne pubblicato nel 1923, dopo una pausa durata oltre due decenni, dovuta all’insuccesso dei due precedenti.
In questo romanzo l’autore abbandona del tutto i modelli naturalistici. Il racconto si svolge in prima persona, non segue più una linea logica-cronologica, ruotando bensì intorno a sei nuclei narrativi sviluppati in altrettanti capitoli.
L’opera rappresenta l’ideale approdo di tutta la produzione sveviana. Se, da un lato, anche Zeno, come i protagonisti degli altri due romanzi, è un inetto, dall’altro, la piena coscienza che egli ha acquisito della propria inettitudine finisce col distinguerlo in senso positivo in un mondo di “normali”.
In questo romanzo l’autore abbandona del tutto i modelli naturalistici. Il racconto si svolge in prima persona, non segue più una linea logica-cronologica, ruotando bensì intorno a sei nuclei narrativi sviluppati in altrettanti capitoli.
L’opera rappresenta l’ideale approdo di tutta la produzione sveviana. Se, da un lato, anche Zeno, come i protagonisti degli altri due romanzi, è un inetto, dall’altro, la piena coscienza che egli ha acquisito della propria inettitudine finisce col distinguerlo in senso positivo in un mondo di “normali”.