«Quella che si suole chiamare Rivoluzione dell’Ottantanove, non fu che una grande rivolta e un grande delitto politico»A Firenze nel 1896 fu organizzata la conferenza “La vita italiana durante la Rivoluzione francese e l’Impero”. La presente edizione raccoglie l’intervento di Cesare Lombroso, interessato a evidenziare quanto rilevante fosse la componente criminale fra la massa rivoluzionaria. Lombroso in questo intervento definisce la Rivoluzione francese un «delitto politico»: la massa ha istinti conservatori che, se posti in pericolo a causa di un’innovazione (artistica, politica, tecnica etc.) possono divenire violenti.Pur definendo la rivoluzione «espressione storica dell’evoluzione», Lombroso sostiene che in Francia nel 1789 si ebbe invece una più semplice «rivolta» che impedì una lenta e graduale evoluzione. Procede quindi con un elenco dei leader rivoluzionari, soffermandosi su Marat definito «pazzo e criminale».Assai interessante il capitolo “L’azione della folla”, dove Lombroso precorre il lungo dibattito sull’influenza delle masse sugli istinti primitivi dell’individuo.La Rivoluzione secondo Lombroso riuscì infine non per l’uso della forza ma grazie alla propria nuova motivazione ideale: l’affermazione della sovranità popolare, suggerita da Rousseau, definito «delinquente e pazzo di genio». Lombroso dunque attualizza il tema della conferenza ricordando i pericoli per la democrazia derivanti dalla tendenza generale degli individui a seguir la massa anche quando questa è guidata da una minoranza violenta.La presente edizione riporta alcune note aggiuntive rispetto alla precedente, e una più precisa bibliografia.Cesare Lombroso (1835-1909), è stato un medico, antropologo, criminologo e giurista italiano. Esponente del Positivismo, è stato uno dei pionieri degli studi sulla criminalità, e fondatore dell’antropologia criminale. Il suo lavoro è stato fortemente influenzato dalla fisiognomica, dal darwinismo sociale e dalla frenologia.----------In questa edizione straordinaria, Cesare Lombroso getta nuova luce sulla Rivoluzione francese. Definendola una "rivolta" e un "delitto politico", Lombroso svela il lato oscuro della massa rivoluzionaria, evidenziando la componente criminale che ne permeava l'azione.La conferenza tenuta a Firenze nel 1896 si concentra sulla vita italiana durante la Rivoluzione francese e l'Impero, ma Lombroso va oltre la mera narrazione storica. Analizza l'istinto conservatore della massa e come questo possa diventare violento quando minacciato dall'innovazione. L'antropologo italiano elenca i leader rivoluzionari, soffermandosi su figure come Marat, definito da lui "pazzo e criminale".Il capitolo "L'azione della folla" anticipa il dibattito sull'influenza delle masse sugli istinti primitivi dell'individuo, fornendo una prospettiva ancora oggi affascinante.Lombroso sottolinea come la Rivoluzione francese sia stata un momento cruciale nella storia, ma argomenta che essa fu una rivolta impulsiva che frenò una graduale evoluzione. Tuttavia, Lombroso riconosce l'importanza della Rivoluzione nel far emergere l'ideale della sovranità popolare, suggerito da Rousseau, un altro personaggio "delinquente e pazzo di genio".Questa edizione, arricchita da note aggiuntive e una più precisa bibliografia, aggiunge valore alla riflessione di Lombroso sui pericoli della democrazia derivanti dal seguire acriticamente la massa, anche quando guidata da una minoranza violenta.Cesare Lombroso, con la sua visione innovativa e controversa, rimane una figura fondamentale nello studio della criminalità e dell'antropologia criminale. La sua eredità è ancora presente, e questa edizione è un imperdibile viaggio attraverso le sue idee e scoperte, offrendo nuovi spunti di riflessione sulla Rivoluzione francese e sulle dinamiche sociali ancora attuali.