Democrazia è diventata una parola magica, un titolo di rispettabilità al quale nessuno stato, oggi, vuole e può rinunciare, poiché definisce il solo regime politico che può presentarsi come l'organizzazione di un potere disinteressato, in cui i governanti possono sempre dire di 'servire il popolo'. Nonostante ciò, la democrazia non sfugge alla 'ferrea legge' di oligarchie di potere che si formano a dispetto dell'ideale di autogoverno del popolo. In questo sta la sua difficoltà: il rischio di essere il regime dell'inganno e della dissimulazione. Più realisticamente, dunque, la democrazia si riduce ad un lavorio continuo di distruzione delle oligarchie, con la precisa consapevolezza che a un'oligarchia distrutta subito seguirà la formazione di un'altra, composta da coloro che hanno distrutto la prima.Gustavo Zagrebelsky, già Presidente della Corte Costituzionale, è professore di Diritto costituzionale all'Università di Torino. Collabora con i quotidiani «la Repubblica» e «la Stampa». Tra le sue ultime opere 'L'esercizio della democrazia' (con G. Napolitano, 2010) e 'Scambiarsi la veste. Stato e Chiesa al governo dell'uomo' (2010).