La Divina Commedia è uno dei sommi capolavori della letteratura di tutti i tempi. È un poema in terzine composto da tre cantiche: Inferno, Purgatorio e Paradiso, a loro volta suddivise in 100 canti. Protagonista del poema è il poeta stesso, che narra in prima persona il viaggio compiuto nell’aldilà, attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso. Il viaggio ha tutte le caratteristiche di una visione, di un cammino spirituale, allegorico, nel quale il protagonista apprende (e quindi trasmette ai lettori) tutta una serie di insegnamenti di ordine scientifico, morale e religioso. La Divina Commedia è un’opera monumentale che testimonia la crisi di passaggio dall’autunno del Medioevo all’alba dell’età comunale, e manifesta in toni accorati la denuncia di una condizione di decadimento dell'intera civitas cristiana. L'opera si definisce come il tentativo di restaurare un mondo che si sta frantumando, di arrestare una società in trasformazione, attraverso un monumento poetico che è anche la summa della cultura scientifica, letteraria, teologica di tutto il Medioevo. Quello di Dante si configura dunque come un nostalgico tentativo di dare un’interpretazione totalizzante, definitiva e onnicomprensiva dell’universo intero e del senso più intimo dell’esistenza. L’opera ebbe fortuna fin da subito (tanto che già Boccaccio utilizza l’epiteto “divina”) e contribuì notevolmente al consolidamento e definizione della lingua “volgare”.