2,99 €
inkl. MwSt.
Sofort per Download lieferbar
payback
0 °P sammeln
  • Format: ePub

Il diario di una donna che, diplomatasi in giurisprudenza, si trova, per conto dell'ONU a fare da osservatrice nell'esperimento dei Tribunali del Perdono voluti da Nelson Mandela per la riappacificazione del Sud Africa. L’Ubuntu, questa filosofia africana, basata sul perdono e sulla dignità dell’uomo, è in netto contrasto con il senso di Giustizia base della nostra giurisdizione. Quando nel 1995, si è chiuso il capitolo Apartheid del Sudafrica ed è stato liberato Nelson Mandela, dopo 27 anni di carcere, la popolazione nera era sul punto d’innescare una guerra civile contro l’odiato uomo…mehr

Produktbeschreibung
Il diario di una donna che, diplomatasi in giurisprudenza, si trova, per conto dell'ONU a fare da osservatrice nell'esperimento dei Tribunali del Perdono voluti da Nelson Mandela per la riappacificazione del Sud Africa.
L’Ubuntu, questa filosofia africana, basata sul perdono e sulla dignità dell’uomo, è in netto contrasto con il senso di Giustizia base della nostra giurisdizione. Quando nel 1995, si è chiuso il capitolo Apartheid del Sudafrica ed è stato liberato Nelson Mandela, dopo 27 anni di carcere, la popolazione nera era sul punto d’innescare una guerra civile contro l’odiato uomo bianco. Nella cultura Bantu esiste un concetto che ha un valore maggiore della vendetta: la consolazione della vittima.  Da qui l’istituzione dei Tribunali del Perdono: le vittime si presentano e raccontano tutto quello che hanno patito e fanno i nomi dei loro carnefici; questi sono obbligati a presentarsi e a confessare, raccontando per filo e per segno quali crimini hanno commesso e come. Ammettendo le colpe, non saranno puniti in nessun modo. Così si ottiene che nessuno possa negare la verità di quei fatti. L’esperienza si è conclusa nel 1998 e ha dato i risultati aspettati, ora il Sudafrica è una Rainbow Nation, dove bianchi, neri, meticci, indiani e mille altre razze vivono in comunione e rispettandosi. Questo romanzo ci racconta come sono andati i fatti attraverso gli occhi di una ragazza italiana, neo laureata in Giurisprudenza che ha vissuto i tre anni della rivoluzione come componente di una commissione ONU in Sudafrica.