Girolamo Fracastoro (1476-1553), noto soprattutto come studioso delle malattie contagiose, è altresì autore di dialogi nei quali vengono discussi nuclei centrali della riflessione antropologica. L’analisi qui svolta del Turrius sive de intellectione, si concentra su ambiti tematici ben precisi: sulla base di un costante confronto critico con la tradizione galenica e peripatetica, l’indagine si concentra su argomenti classici della gnoseologica peripatetica, dal tema dell’intellectio, a quello delle immagini intese come privilegiato veicolo conoscitivo. Sono questi i contenuti che fungono peraltro da premesse ad un’analisi più ampia, che spazia dal problema della distinzione tra memoria e reminiscenza, alla formazione dei concetti universali, dai modi del disucursus all’istinto naturale, dalla teoria dell’errore alla fenomenologia del sonno e degli stati alterati di coscienza. Tali questioni sono affrontate da Fracastoro con un approccio che non si esaurisce in uno sterile astrattismo, ma assume quale costante riferimento la fisiologia umana, che trova nel corporeo il suo fondamento naturale ed offre in tal modo al lettore una giustificazione delle conclusioni raggiunte. In virtù di tale impostazione, il dialogo sull’intellezione si situa in un territorio di confine tra il pensiero medico scolastico e le nuove istanze sperimentali della medicina rinascimentale.