Un tempo credevo di avere paura del buio.
Un tempo credevo di avere una famiglia.
Un tempo credevo di avere un nome.
Un tempo, credevo che il tempo fosse un concetto lineare e che avesse importanza.
Ora, beh, ora realizzo che tutto quel credere non faceva altro che nutrire la fertile crescita della mia mortale e continuativa ignoranza; ora, so che se non mi fossi costretto a credere, sarei impazzito prima ancora di nascere, forse persino di esistere nell’intento del Tutto.
Ora, so che il Tempo non è altro che una voragine illimitata di dubbi e certezze, domande e risposte, frammenti parziali e completi che nulla e nessuno è portato a capire o giudicare. E nel sapere questo, mi convinco sempre piu’ di non sapere un bel niente.
«Cresci, Billy», mi viene detto, e a proferirlo, sono simultaneamente una voce folle e divertita ed una fatta di tante, infinite sfumature di toni e vibrazioni.
Un tempo, credevo di poter cambiare me stesso ed il mondo. Ora, so di non essere nient’altro che un mero spettatore portato al corso relativo della visione.
Nient’altro, che una microscopica briciola di una follia senza fine.
«Cresci, o muori.»
Un tempo credevo di avere una famiglia.
Un tempo credevo di avere un nome.
Un tempo, credevo che il tempo fosse un concetto lineare e che avesse importanza.
Ora, beh, ora realizzo che tutto quel credere non faceva altro che nutrire la fertile crescita della mia mortale e continuativa ignoranza; ora, so che se non mi fossi costretto a credere, sarei impazzito prima ancora di nascere, forse persino di esistere nell’intento del Tutto.
Ora, so che il Tempo non è altro che una voragine illimitata di dubbi e certezze, domande e risposte, frammenti parziali e completi che nulla e nessuno è portato a capire o giudicare. E nel sapere questo, mi convinco sempre piu’ di non sapere un bel niente.
«Cresci, Billy», mi viene detto, e a proferirlo, sono simultaneamente una voce folle e divertita ed una fatta di tante, infinite sfumature di toni e vibrazioni.
Un tempo, credevo di poter cambiare me stesso ed il mondo. Ora, so di non essere nient’altro che un mero spettatore portato al corso relativo della visione.
Nient’altro, che una microscopica briciola di una follia senza fine.
«Cresci, o muori.»