La nostra mente, nell’avventurarsi dentro la forma dell’anima altrui — o comune — che chiamiamo “poesia”, ha bisogno di oggetti sui quale poggiare, mancorrenti che la sostengano mentre cammina nei territori nebulosi di una vita che forse non le appartiene e che è diventata forma e stile. Antologie come questa suggeriscono di ragionare proprio sulla nostra appartenenza alla vita degli altri, specialmente se il mezzo col quale la vita degli altri ci viene raccontata è, appunto, la poesia. Come i versi di Seamus Heaney coi quali è stato chiesto di dialogare, le poesie antologizzate riferiscono quasi sempre frammenti di vita quotidiana, fatti minimi, gettano luce su interni di abitazioni quasi sempre borghesi.