Nuovi metodi di insegnamento
Oliver Decroly (pedagogista e psicologo belga, 1871-1932) parte da una critica ai metodi d'insegnamento delle scuole tradizionali, in quanto non andavano incontro alle capacità ricettive ed elaboratrici dell'alunno, opponendovi un nuovo principio pedagogico “globale”, che governa non solo le percezioni ma anche le attività dell'essere umano, e quello di "interesse" o "bisogno". Nella sua scuola l'aula come luogo d'insegnamento viene sostituito dall'ambiente esterno all'edificio, un nuovo spazio in cui l'alunno può coltivare tutti gli aspetti della propria individualità e facilitare l'adattamento naturale e sociale.
Dopo aver fatto riconoscere al bambino i propri bisogni fondamentali, Decroly stabiliva un'idea-perno principale collegata ad uno di tali bisogni, e lo faceva diventare un centro d'interesse attorno al quale si sviluppava l'attività scolastica. La creazione di un centro d'interesse faceva in modo che tutte le attività fossero finalizzate all'acquisizione di una nozione. L'unità della proposta didattica è quindi garantita da un programma di idee associate attraverso il riferimento al centro d'interesse.
La sua teoria della globalizzazione dell'insegnamento era legata alla teoria del centro d'interesse. L'apprendimento parte dal concreto e dalla globalità delle cose, in quanto questa percezione del globale nel bambino è innata e spontanea. Il metodo globale di conseguenza presenta da prima il tutto e successivamente guida all'analisi del particolare. Per esempio l'insegnamento della lettura prevede prima la presentazione dell'intera parola e successivamente delle sillabe e delle lettere. In questo modo il bambino apprende anche la scrittura senza alcuna difficoltà. Questo metodo è ancora oggi adottato in molte scuole, anche in Italia.
Oliver Decroly (pedagogista e psicologo belga, 1871-1932) parte da una critica ai metodi d'insegnamento delle scuole tradizionali, in quanto non andavano incontro alle capacità ricettive ed elaboratrici dell'alunno, opponendovi un nuovo principio pedagogico “globale”, che governa non solo le percezioni ma anche le attività dell'essere umano, e quello di "interesse" o "bisogno". Nella sua scuola l'aula come luogo d'insegnamento viene sostituito dall'ambiente esterno all'edificio, un nuovo spazio in cui l'alunno può coltivare tutti gli aspetti della propria individualità e facilitare l'adattamento naturale e sociale.
Dopo aver fatto riconoscere al bambino i propri bisogni fondamentali, Decroly stabiliva un'idea-perno principale collegata ad uno di tali bisogni, e lo faceva diventare un centro d'interesse attorno al quale si sviluppava l'attività scolastica. La creazione di un centro d'interesse faceva in modo che tutte le attività fossero finalizzate all'acquisizione di una nozione. L'unità della proposta didattica è quindi garantita da un programma di idee associate attraverso il riferimento al centro d'interesse.
La sua teoria della globalizzazione dell'insegnamento era legata alla teoria del centro d'interesse. L'apprendimento parte dal concreto e dalla globalità delle cose, in quanto questa percezione del globale nel bambino è innata e spontanea. Il metodo globale di conseguenza presenta da prima il tutto e successivamente guida all'analisi del particolare. Per esempio l'insegnamento della lettura prevede prima la presentazione dell'intera parola e successivamente delle sillabe e delle lettere. In questo modo il bambino apprende anche la scrittura senza alcuna difficoltà. Questo metodo è ancora oggi adottato in molte scuole, anche in Italia.