Stati Uniti d'America, anni Sessanta dell'Ottocento. Benjamin Johnson è un ragazzo dell'Indiana che vive a Princeton nel ranch della sua famiglia: lì, oltre i campi coltivati e i pascoli si erge una piccola collina sulla quale svetta una grande quercia e ai cui piedi sorge il piccolo cimitero di famiglia. Quello è il suo nido, il suo rifugio nei momenti più difficili ma anche una meta per l'avvenire: laggiù vuole costruire la propria futura casa e dar vita a una famiglia tutta sua.
A costo di grandi sacrifici, grazie alla sua ferrea determinazione, alla purezza d'animo e ai grandi ideali che lo animano, Benjamin riuscirà a coronare il proprio sogno, nonostante i grandi ostacoli che il destino e la storia dissemineranno sulla sua strada. Primo fra questi, la partecipazione alla Guerra di Secessione e la perdita di una mano in battaglia: spinto dalla voglia di riscattare la povera gente della sua terra, si arruolerà entusiasta venendo però ben presto a contatto con il dolore e la disperazione. Ma quell'incidente non pregiudicherà il suo futuro, sarà invece la spinta a fare sempre di più, a essere come gli altri e meglio degli altri: in un mondo pieno di violenza e sopraffazione, il suo impegno per i diritti degli ultimi lo condurrà lontano, fino alla laurea a Boston, al Senato a Washington e, soprattutto, alla sua Judith e alla casa sulla collina della grande quercia.
Giovanni Fabio, calabrese, risiede a Casnate (Co). Sposato e padre di due figli meravigliosi: Daniela e Alessandro, non ha avuto la fortuna di vedere i loro volti. Il 9 marzo 1952 un ordigno bellico lo privò della vista e del braccio sinistro. Nonostante questo, grazie alla sua forza di volontà e all'amore per la vita, ha terminato gli studi in un collegio per non vedenti, diplomandosi centralinista telefonico. Ha lavorato presso il Comune di Sesto San Giovanni, poi negli uffici della Regione Lombardia. È stato dirigente dell'Associazione Nazionale ciechi di guerra e consigliere del Nord Italia. Dal 1993 è volontario dell'Associazione Sprofondo di don Renzo Scapolo e ne è stato vicepresidente impegnandosi in vari progetti durante la guerra nei Balcani. Nel 2004 ha promosso una raccolta fondi per i bambini rimasti orfani dopo lo tsunami in Sri Lanka. Il Presidente della Repubblica gli ha conferito l'onorificenza al merito di Cavaliere e Ufficiale.
Il motivo che più di ogni altro lo ha spinto a scrivere è il desiderio di aiutare i bambini del Corno d'Africa.
A costo di grandi sacrifici, grazie alla sua ferrea determinazione, alla purezza d'animo e ai grandi ideali che lo animano, Benjamin riuscirà a coronare il proprio sogno, nonostante i grandi ostacoli che il destino e la storia dissemineranno sulla sua strada. Primo fra questi, la partecipazione alla Guerra di Secessione e la perdita di una mano in battaglia: spinto dalla voglia di riscattare la povera gente della sua terra, si arruolerà entusiasta venendo però ben presto a contatto con il dolore e la disperazione. Ma quell'incidente non pregiudicherà il suo futuro, sarà invece la spinta a fare sempre di più, a essere come gli altri e meglio degli altri: in un mondo pieno di violenza e sopraffazione, il suo impegno per i diritti degli ultimi lo condurrà lontano, fino alla laurea a Boston, al Senato a Washington e, soprattutto, alla sua Judith e alla casa sulla collina della grande quercia.
Giovanni Fabio, calabrese, risiede a Casnate (Co). Sposato e padre di due figli meravigliosi: Daniela e Alessandro, non ha avuto la fortuna di vedere i loro volti. Il 9 marzo 1952 un ordigno bellico lo privò della vista e del braccio sinistro. Nonostante questo, grazie alla sua forza di volontà e all'amore per la vita, ha terminato gli studi in un collegio per non vedenti, diplomandosi centralinista telefonico. Ha lavorato presso il Comune di Sesto San Giovanni, poi negli uffici della Regione Lombardia. È stato dirigente dell'Associazione Nazionale ciechi di guerra e consigliere del Nord Italia. Dal 1993 è volontario dell'Associazione Sprofondo di don Renzo Scapolo e ne è stato vicepresidente impegnandosi in vari progetti durante la guerra nei Balcani. Nel 2004 ha promosso una raccolta fondi per i bambini rimasti orfani dopo lo tsunami in Sri Lanka. Il Presidente della Repubblica gli ha conferito l'onorificenza al merito di Cavaliere e Ufficiale.
Il motivo che più di ogni altro lo ha spinto a scrivere è il desiderio di aiutare i bambini del Corno d'Africa.
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