Casteldisasso è un paesino disperso nella Maremma ma non manca del Comune, della Chiesa e della Stazione Carabinieri. Il comandante, tenente Alberto Aldobrandi, Berto, vi si trova come destinazione provvisoria, la più duratura, e difatti nel corso degli anni colleziona un buon numero di avventure e di indagini poliziesche, portate a compimento con l’aiuto del fido maresciallo Tito Salutini e della giovane investigatrice dilettante Desi. Ci troviamo all’inizio dell’estate 1973. L'arrivo di una équipe di archeologi porta un po' di scompiglio nel paese, soprattutto perché un geologo viene colpito da un attacco di malaria. La presenza degli universitari romani e dei professori non è una novità: Paolo Bruschi è l'anziano professore, il capo della comitiva, Dina Severini una farmacista e Lele Gallini il geologo. Lele viene affidato alle cure di Elvira, effervescente proprietaria di un negozietto di frutta e verdura, e presto si ristabilisce. Berto si premura di curiosare al campo degli archeologi, dove è testimone di un terribile, nostalgico, ricordo: Lele si sente responsabile del suicidio di una giovane, il grande amore della sua gioventù. Il geologo non sopravvive ad un secondo attacco di febbri e Berto comincia a sospettare. Una visita al cimitero di Portoferraio gli rivela una matassa molto intricata, dove la ricerca di un'antica reliquia è solo uno dei tanti fili ingarbugliati.