La legge del desiderio è una forma di espressione indotta da un potere che - in modo sempre più pervasivo - piega ogni sfera della vita del singolo al proprio controllo: un'aspirazione velleitaria e dannosa, che sovrappone l'idea alla realtà e l'artificio alla natura. La teoria e la transizione di genere - così come la sessualizzazione diffusa e precoce della nostra società - caratterizzano ormai tutti i film e le serie TV, dominando i social network, l'arte, la musica, il costume, il dibattito politico e persino i programmi didattici: un vero e proprio "spirito del tempo", la cui fluidità è necessaria alla creazione dell'individuo astratto e sradicato, quintessenza del progressismo woke e del progetto mondialista. Ma quali sono il contesto e le origini storico-culturali e socio-filosofiche di questa narrazione? Esistono delle risposte a questa lenta e inesorabile deriva della società occidentale? Questo saggio - documentato, coraggioso e controcorrente - rappresenta un contributo importante allo studio di un fenomeno che sta sovvertendo il nostro orizzonte quotidiano.
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