Cinquantadue frammenti di testo. Frammenti, non capitoli, pezze come quelle dell'abito di Arlecchino, di diverse dimensioni, rettangolari, quadrate, triangolari, di tanti colori. Come i fatti, le persone, le relazioni con il mondo che compongono a poco a poco la nostra esistenza. Attraverso questa frammentarietà si snoda il testo narrativo, il racconto affiora a poco a poco, ma così forte che prende il lettore e lo appassiona man mano, lo incuriosisce come davanti a una trama mistery, di quelle che ti chiedono di continuare a leggere per svelare il mistero, per sapere come andrà a finire, che ne sarà dei personaggi. Del protagonista narrante prima di tutto. Un diciannovenne che sbarca a Milano da un paesino della campagna maremmana per studiare filosofia in Statale, ma soprattutto perché attratto da Milano, la mitizzata Milano, luogo delle mille possibilità e dei mille incontri, la città dell'avventura. E che, come tanti, prima di conoscerla e amarla davvero ne vive con sofferenza la "disarmante alienazione", la solitudine, l'ansia e la frustrazione degli abitanti, il mito dell'avere e il costo del vivere.