Il linguaggio giovanile è un tema sul quale negli ultimi tempi si sono avuti molti studi, non solo in Italia e non solo tra gli specialisti. È un argomento interessante ma allo stesso tempo insidioso: questo particolare segmento del repertorio linguistico contemporaneo, infatti, è esposto ad una trasformazione rapida e continua che ne rende difficile la documentazione. Il meccanismo è semplice: dopo un uso ricorrente e stereotipato, nel giro di pochi anni, talvolta anche mesi, molte parole perdono la carica espressiva e tendono a scomparire; ci sono tuttavia voci che non solo non decadono ma addirittura vanno ad arricchire l’italiano colloquiale. Di certo non si può negare, insomma, il fatto che il linguaggio giovanile, considerato da molti come uno dei principali motori di innovazione dell’italiano, sia un tema meritevole di attenzione.Il seguente lavoro si propone di analizzare in particolare il linguaggio giovanile di due diverse realtà, Roma e Carloforte, dal punto di vista linguistico e sociale. L’idea nasce da una curiosità di natura personale, tradotta successivamente in un’ipotesi di lavoro accademico, grazie all’aiuto e ai consigli del professor Paolo D’Achille.