Nonostante la malattia da reflusso gastro-esofageo, associata o meno all’ernia iatale, sia ormai una patologia diffusa e rappresenti l’80% di tutte le affezioni esofagee, continua ad alimentare controversie che investono ogni suo aspetto: definizione ed etiopatogenesi, diagnosi e indicazioni terapeutiche, scelta dell’intervento chirurgico e la sua stessa conduzione, l’interpretazione dei risultati precoci e a distanza. La ragione risiede nella struttura dell’affezione: un ibrido fra malattia e sindrome. I malati che si recano dal chirurgo, per propria iniziativa e raramente su proposta di medici internisti, presentano un quadro patologico inveterato e da anni assumono inibitori di pompa a dosi elevate, spesso ormai inefficaci. Più che richiedere un consulto manifestano l’intenzione di accedere all’intervento chirurgico.