Schegge impazzite di vita di provincia: un paese qualunque si decompone in una miriade di racconti, flash emotivi, dediche ad artisti scomparsi. Un caleidoscopio di voci, personaggi, solitudini, morti, eventi, canzoni, libri, film attraverso cui la memoria di un mondo scomparso assume le sembianze di un’anima fantasma alla ricerca di una pace impossibile da conquistare."Perché non riesco a essere vuoto e indifferente come lo Spazio? Perché le cose mi toccano a questo modo?" scriveva Tommaso Pincio nel suo "Lo spazio sfinito".Immaginatevi un Paese da sempre vuoto come lo Spazio ma provate anche a immaginare un delicato rumore assordante sorgere da quel Vuoto, riempiendovi all'improvviso di voci, ricordi, sorrisi, odori, dolori, cantanti morti che suonano nella vostra stanza, fantasmi di soldati che ogni notte si svegliano girando per le strade del Paese, case abbandonate, prostitute bambine, ragazzine che consumano l'ultima estate felice della loro vita, pettegolezzi, stazioni ferroviarie abbandonate.Immaginate di poter abbracciare il Paese che ogni giorno devasta la vostra vite con incubi e tragedie. Immaginate che quel Paese siate voi stessi. Immaginate di volerci giocare e di distruggerlo una volta per tutte liberandovi da una maledizione che grava sul vostro capo ancora prima che voi foste nati."La maledizione degli affetti" è tutto questo. Non è l'autobiografia del Paese di Andrea Consonni, non gronda di rimpianti per un'Arcadia perduta e che mai esisterà, non fa sconti a nessuno, semplicemente racconta quello che ognuno di noi ha sfiorato almeno una volta nella sua vita. È un atto d'amore dedicato al silenzio, alle case vuote, ai rifugi segreti, a tutti coloro che hanno sofferto in silenzio e che se ne sono andati. Troppo presto o troppo tardi.