Introduzione di Giorgio Manacorda
Traduzione di Sara Cortesia
Edizione integrale
Durante la campagna d’Italia, il luogotenente della fanteria austriaca Joseph Trotta salva per puro caso la vita di Francesco Giuseppe: da qui il titolo nobiliare per “l’eroe di Solferino”, ricordato in tutti i libri di testo dell’Impero, che trasmetterà ai suoi eredi il compito di salvaguardare la sua eroica memoria con un’assoluta devozione alla monarchia. La vita della famiglia Trotta si svolge parallela a quella del longevo imperatore. Il figlio dell’eroe, Franz, viceprefetto in una provincia della Moravia, si rivela un funzionario leale e integerrimo, mentre il nipote, Carl Joseph, subisce dolorosamente il confronto con il nonno, non brilla nella carriera militare e soffre della propria mediocrità. Considerato il capolavoro assoluto di Roth, La Marcia di Radetzky è un romanzo di indiscutibile spessore, dove le vicende storiche e quelle umane si intrecciano e danno vita a un affresco di rara forza narrativa.
«Se invece di morire fosse impazzito, io l’avrei fatto rinsavire. E se anche non vi fossi riuscito, almeno sarei venuto a trovarlo tutti i giorni! Forse avrebbe avuto un braccio orrendamente ritorto, come questo sottotenente che stanno portando ora. Ma sarebbe stato pur sempre il suo braccio, e anche un braccio ritorto si può accarezzare.»
Joseph Roth
nacque in Galizia nel 1894. Rimasto presto orfano del padre, morto in manicomio, crebbe con la madre e frequentò il ginnasio e l’università. Prestò servizio come addetto stampa dell’esercito austro-ungarico durante la prima guerra mondiale e proseguì la carriera giornalistica anche negli anni successivi, dedicandosi al tempo stesso alla narrativa. Con le prime leggi razziali della Germania nazista decise di emigrare in Francia, a Parigi, dove continuò a scrivere e dove morì nel 1939. Di Roth la Newton Compton ha pubblicato La Cripta dei Cappuccini, La leggenda del santo bevitore e Fuga senza fine, La Marcia di Radetzky e Giobbe.
Traduzione di Sara Cortesia
Edizione integrale
Durante la campagna d’Italia, il luogotenente della fanteria austriaca Joseph Trotta salva per puro caso la vita di Francesco Giuseppe: da qui il titolo nobiliare per “l’eroe di Solferino”, ricordato in tutti i libri di testo dell’Impero, che trasmetterà ai suoi eredi il compito di salvaguardare la sua eroica memoria con un’assoluta devozione alla monarchia. La vita della famiglia Trotta si svolge parallela a quella del longevo imperatore. Il figlio dell’eroe, Franz, viceprefetto in una provincia della Moravia, si rivela un funzionario leale e integerrimo, mentre il nipote, Carl Joseph, subisce dolorosamente il confronto con il nonno, non brilla nella carriera militare e soffre della propria mediocrità. Considerato il capolavoro assoluto di Roth, La Marcia di Radetzky è un romanzo di indiscutibile spessore, dove le vicende storiche e quelle umane si intrecciano e danno vita a un affresco di rara forza narrativa.
«Se invece di morire fosse impazzito, io l’avrei fatto rinsavire. E se anche non vi fossi riuscito, almeno sarei venuto a trovarlo tutti i giorni! Forse avrebbe avuto un braccio orrendamente ritorto, come questo sottotenente che stanno portando ora. Ma sarebbe stato pur sempre il suo braccio, e anche un braccio ritorto si può accarezzare.»
Joseph Roth
nacque in Galizia nel 1894. Rimasto presto orfano del padre, morto in manicomio, crebbe con la madre e frequentò il ginnasio e l’università. Prestò servizio come addetto stampa dell’esercito austro-ungarico durante la prima guerra mondiale e proseguì la carriera giornalistica anche negli anni successivi, dedicandosi al tempo stesso alla narrativa. Con le prime leggi razziali della Germania nazista decise di emigrare in Francia, a Parigi, dove continuò a scrivere e dove morì nel 1939. Di Roth la Newton Compton ha pubblicato La Cripta dei Cappuccini, La leggenda del santo bevitore e Fuga senza fine, La Marcia di Radetzky e Giobbe.