Il sé è più piccolo del piccolo, e può essere facilmente trascurato, messo da parte. È bisognoso d’aiuto, e deve essere percepito, protetto e in un certo qual modo costruito dalla coscienza, quasi che prima non esistesse del tutto e nascesse alla vita solo grazie alla cura e alla dedizione dell’uomo.In contrasto con ciò, l’esperienza insegna che il Sé è già da molto tempo presente ed è più antico dell’Io, e che rappresenta il segreto spiritus rector del nostro destino. Il Sé in quanto tale non diventa eo ipso (da se) cosciente, ma è sempre stato insegnato, se mai lo è stato, da una tradizione, da un sapere….Perciò come ogni altro archetipo, non può essere localizzato, confinato nell’ambito della coscienza dell’Io, ma si comporta come una atmosfera che circonda l’uomo senza limiti spaziali ne temporali ben definibili… (C.G. Jung).All’interno della visione della mente nella Scienza vedica, l’autore enfatizza il valore dei determinanti quantistici preconcezionali che costituiscono quella “memoria olografica” quale campo morfogenetico che al livello del DNA determina l’espressione fenotipica, temperamentale, e il progetto esistenziale dell’individuo all’interno di un flusso coscenziale ben definito.