Dalla Prima edizione stampata, che ebbe un buon successo di pubblico e di critica in vari concorsi nazionali, a quello telematico attuale. Dopo il primo anno, non rinnovai più il contratto e si coprì di polvere, rendendosi invisibile! Ma il vento…(La Nave pag.131) “..d’improvviso, il fruscio di foglie secche trasportate dal vento, m’indirizzò verso un viottolo adiacente l’ingresso stesso, vidi una porticina che dava sulle cucine, seguii quella folata di vento e quelle foglie, che vi galleggiavano dentro. La porta era aperta. Io l’attraversai..“. Quindi la decisione di ripubblicarlo, oggi, ricollegare i fili….( La Nave pag. 29).”Sono convinto che a tutti noi alla nascita, sia stato dato un identico patrimonio d’elementi, un gomitolo di fili, in dono, come il corredo che è dato alla sposa: "La dote. L'uomo, giocherà con quel gomitolo come fa il gatto, rinnovando perpetuamente il gesto della conquista con l'evidenza della sconfitta. Imbriglierà i suoi fili e ne perderà il capo, un giorno si siederà e pazientemente cercherà di sbrogliarli, ma sarà troppo tardi, l'uomo non se n’accorge mai e se a volte gli succede, si accorgerà di averlo fatto sempre dopo, quando oramai è tardi. Con rimpianto, si renderà conto di aver tirato troppo quel laccio fino a spezzarlo. Ancora fili, che decidono l'esistenza. L'essere umano è avvolto in un mare di fili di onde, dentro e fuori di lui. Di alcuni ne percepisce l'esistenza: il fascio di luce che attraversa la finestra socchiusa della stanza di tua figlia e si ferma lì, sul volto di lei mentre dorme e t'appare così splendida più del reale, e tu che passavi di là carico di tensione e di rabbia con lei che non ti capisce più e che non vuoi più capire ed osservi. Ti fermi, davanti a quei fenomeni della natura misteriosa che va oltre i tuoi sensi e ti senti di un tratto, dolcemente relegato a spettatore di un qualcosa molto più grande ed affascinante di ciò che puoi capire.”Ed ora aspetto…( La Nave pag.7). “Alloggiavamo in un appartamento di un palazzo che un tempo era la caserma di una compagnia zonale dell'arma: era enorme, dal salone di casa, ex sala di riunione degli ufficiali, si apriva una grandissima finestra dalla quale in fondo, giù, oltrepassati i tetti e le terrazze di case in discesa, si stagliava azzurrissimo il mare, la porzione finale del porto e l'inizio del bellissimo lungomare livornese. Diverse navi ovviamente, si alternavano quotidianamente nel porto, attraccavano e ripartivano per chissà dove, ma la prima che guardavo quando mi affacciavo era sempre quella,sempre più scura,sempre più trascurata.Tutti trafficavano intorno alle altre linde e vanitose ed in frenetico movimento, lei riposava, ferma, decadente ma austera, sembrava aspettasse. Perché n’ero così attratto?”. Buon Viaggio!