La nostra prima vera estate racconta di infatuazioni fatali, figure classiche e situazioni anomale, a cavallo tra realtà quasi impossibili e fantasie pressoché realizzabili, che trascinano il lettore dentro un romanzo che è quasi un giallo, pronto però a convertirsi in rosa, colore ormai assegnato al genere narrativo di questo scrittore, parliamo di Riccardo Bassi, decisamente romantico.Un libro per tutti, da annoverare nella migliore tradizione del genere che negli anni ’60 era denominato “narrativa per ragazzi”. Ma anche una ventata di astratto ottimismo, del tipo di quelli che lasciano il dolore nelle stanze buie della realtà, collocando la bellezza e il piacere nei giardini luminosi del sogno.