La prima Parola del risorto che viene e si ferma tra i discepoli è "Shalom Pace a voi! ". Per questo il Figlio di Dio è nato dalla Vergine ed ha patito la morte di croce: riconciliare l'umanità con il Padre. Quindi per dire ai discepoli: sono proprio Io, il Crocifisso, Gesù "mostrò loro le mani e il costato". Ripetuto di nuovo Shalom, il Risorto associa gli apostoli alla propria missione: "come il Padre ha mandato Me, così anch'Io mando voi". Quindi perché sia chiaro che è la Sua identica missione riconciliatrice, quella ricevuta dal Padre, a prolungarsi in quella degli apostoli, alita su di loro il Suo respiro, lo Spirito Santo, effuso per la remissione dei peccati, per essere nel mondo operatori di pace. Cristo è nostra pace (Ef. 2,14) senza di Lui non c'è futuro per l'umanità. La pace è un frutto dello Spirito Santo. La pace non è l'assenza della guerra. La pace non è chiusura ma apertura all'altro. La Chiesa, la Santa Sede, i Papi, hanno cercato e tutt'ora cercano di indicare all'umanità il cammino, segnalando le condizioni e i doveri che impone la creazione di un ordine internazionale giusto, fondandolo sul diritto naturale, sul diritto internazionale e sul Vangelo. La chiesa, da parte sua interviene in tale comune impegno favorendo e promuovendo una cultura della pace, elaborando anche criteri generali per un'educazione alla pace. La pace poggia idealmente su quattro colonne: La verità, la giustizia, l'amore e la libertà. (cfr.Pacem in Terris). La sollecitudine per la pace è antica, si può dire, tanto quanto la Chiesa. Mi limito ad enumerare alcune iniziative più recenti dei papi in favore della pace. Soprattutto nel secolo scorso. Penso a Benedetto XV, che tentò una mediazione tra i belligeranti della prima guerra mondiale e scrisse la famosa enciclica "Pacem Dei Munus", penso a Pio XI che si oppose al nazismo e consegnò alla storia la famosa enciclica "Mit brennender Sorge"; penso ai radio messaggi di Pio XII nelle ore più scure del secondo conflitto mondiale, a Giovanni XXIII e alla sua enciclica "Pacem in Terris"; ai documenti del concilio vaticano secondo; a Paolo VI che istituì all'interno della Curia il Consiglio di Iustitia et Pax e prese l'iniziativa della Giornata Mondiale della Pace, all'inizio di ogni anno, e a partire dall'anno 1968. E poi, ovviamente,penso a Giovanni Paolo II. I suoi discorsi al corpo diplomatico, all'inizio di ogni anno contribuiscono ad una vera educazione sistematica alla pace. Non vannop dimenticate le sue iniziative concrete, personali come la giornata mondiale di preghiera per la pace ad Assisi. Per un cristiano, ed a maggior ragione per il Papa, e nel cuore dell'uomo che nascono la pace o la guerra, ed è a questo uomo che si trova a scegliere tra il bene ed il male che Angelo Baglio, in questo nuovo opuscoletto si rivolge. Le riflessioni di Angelo, sono frutto di preghiera, di meditazione, di profonda evangelizzazione. Nasce come esigenza di un cammino di cui fa parte, il Rinnovamento nello Spirito. Non ci può essere comunione se non si è in pace con se stessi e con i fratelli. Don Alessandro Giambra
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