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Una palude. Vi campano resti d’uomo. Forse scontano una colpa. È il grado zero dell’umanità. Un cecchino sta nella palude a fare il mestiere di dio. La memoria è un pensiero lontano che fa male. Va cancellato. Rimane solamente il sogno dolce di un luogo dolce. Una balera vicino al mare. Adriano Marenco, nato a Roma al Quadraro nel 1973, ha all’attivo decine di lavori: da portiere d’albergo, al volantinaggio matto e disperatissimo, anche se la sua vera passione è quella di critico teatrale, cinematografico e giornalista culturale. Ha scritto per La Rinascita della Sinistra, Il Manifesto,…mehr

Produktbeschreibung
Una palude. Vi campano resti d’uomo. Forse scontano una colpa. È il grado zero dell’umanità. Un cecchino sta nella palude a fare il mestiere di dio. La memoria è un pensiero lontano che fa male. Va cancellato. Rimane solamente il sogno dolce di un luogo dolce. Una balera vicino al mare. Adriano Marenco, nato a Roma al Quadraro nel 1973, ha all’attivo decine di lavori: da portiere d’albergo, al volantinaggio matto e disperatissimo, anche se la sua vera passione è quella di critico teatrale, cinematografico e giornalista culturale. Ha scritto per La Rinascita della Sinistra, Il Manifesto, L’indice, Reti Solidali, Liberatura. Come drammaturgo e regista teatrale, ha scritto e diretto due spettacoli: Tante grazie a San Precario e Icore. Con il poema La fenice cieca ha vinto il premio La Repubblica delle Lettere. Vari racconti e poesie sono stati pubblicati in riviste e siti internet. A volte è autore di quadri realizzati con materiali recuperati. Il lavoro che lo ha veramente formato è stato contare la gente che sale e scende dagli autobus alla stazione Termini di Roma.