La Partenza di Sise di Paola Drigo -
Dall’incipit del libro:
Oggi parte Sise. Par questa circostanza solenne gli hanno fatto un’accurata toilette; gli hanno tosato il mantello roano che il freddo aveva reso un po’ ispido e lungo; gli hanno regolato la coda e la criniera, messo una bella coperta verde-scuro filettata di giallo, come a cavallino rispettabile si conviene.
Oggi parte. Dell’importanza di questo avvenimento Sise non si rende conto. E poichè è giovane, ed è vivace, drizza le orecchie, sbuffa dalle frogie, sgambetta gaiamente verso la stazione, e di tanto in tanto fa qualche salto d’allegria.
Nina, la cavallina bianca, che è stata per quattro anni la sua compagna, quando l’ha visto uscire dalla stalla, lo ha salutato con due nitriti lunghi e appassionati, ma certo senza sapere, anche lei, – per abitudini di amitié amoureuse, – e Sise, sgambettando distratto, le ha risposto con un nitrito breve e impaziente, quasi per convenienza, come a dire: – Che anticaglie!
Sise va a Roma. È chiamato a più alti destini. Fra pochi giorni si pavoneggerà per il Corso o per Villa Borghese. Non tornerà mai più quassù. Ma non lo sa, e perciò non si volta neppure indietro guardare il Grappa, e i paesini arrampicati a mezza costa dove ci ha portati tante volte col suo bel trotto preciso facendo giulivamente tintinnare il campanello, nè la villa colle due torri, e la bella scuderia dove trovava sempre un fieno profumato e un alto e soffice letto. Non si volta neppure a guardare Pig, l’uomo di stalla, che per quattro anni ogni mattina lo ha strigliato e spazzolato amorevolmente; Pig, l’uomo brutto dal cuor dolce e dall’aspetto feroce, sopranominato in casa «il buon Venerdì».
Dall’incipit del libro:
Oggi parte Sise. Par questa circostanza solenne gli hanno fatto un’accurata toilette; gli hanno tosato il mantello roano che il freddo aveva reso un po’ ispido e lungo; gli hanno regolato la coda e la criniera, messo una bella coperta verde-scuro filettata di giallo, come a cavallino rispettabile si conviene.
Oggi parte. Dell’importanza di questo avvenimento Sise non si rende conto. E poichè è giovane, ed è vivace, drizza le orecchie, sbuffa dalle frogie, sgambetta gaiamente verso la stazione, e di tanto in tanto fa qualche salto d’allegria.
Nina, la cavallina bianca, che è stata per quattro anni la sua compagna, quando l’ha visto uscire dalla stalla, lo ha salutato con due nitriti lunghi e appassionati, ma certo senza sapere, anche lei, – per abitudini di amitié amoureuse, – e Sise, sgambettando distratto, le ha risposto con un nitrito breve e impaziente, quasi per convenienza, come a dire: – Che anticaglie!
Sise va a Roma. È chiamato a più alti destini. Fra pochi giorni si pavoneggerà per il Corso o per Villa Borghese. Non tornerà mai più quassù. Ma non lo sa, e perciò non si volta neppure indietro guardare il Grappa, e i paesini arrampicati a mezza costa dove ci ha portati tante volte col suo bel trotto preciso facendo giulivamente tintinnare il campanello, nè la villa colle due torri, e la bella scuderia dove trovava sempre un fieno profumato e un alto e soffice letto. Non si volta neppure a guardare Pig, l’uomo di stalla, che per quattro anni ogni mattina lo ha strigliato e spazzolato amorevolmente; Pig, l’uomo brutto dal cuor dolce e dall’aspetto feroce, sopranominato in casa «il buon Venerdì».