L’autore di questo breve trattato, che i tedeschi definirono una sorta di libretto d’oro è nientemeno, lo dobbiamo proprio presentare cosi, il famoso Immanuel Kant (Königsberg, 22 aprile 1724 – Königsberg, 12 febbraio 1804) che è stato un filosofo tedesco, sicuramente il più importante esponente dell'illuminismo tedesco, e anticipatore - nella fase finale della sua speculazione - degli elementi fondanti della filosofia idealistica. In questo che è un vero e proprio trattato, o se volete un'unica full immersion di sei ore di lezione, del grande filosofo illuminista, la Pedagogia o scienza dell'educazione, viene suddivisa in fisica e in pratica. L'educazione fisica è quella che l'uomo ha in comune con gli animali, e riguarda le cura della vita corporea. L'educazione pratica o morale (si chiama pratico tutto quello che si riferisce alla libertà) è quella che risguarda la cultura dell'uomo, perché costui possa vivere come ente libero. Quest'ultima è l'educazione della persona, l'educazione d'un ente libero, che può bastare a sé stesso e tenere il suo vero posto in società, ma che altresì è capace d'avere per sé un valore intrinseco. Pensate che questa che è l’anima dell’educazione contemporanea veniva codificata alla fine del ‘700. E tale giudizio è confermato dalla suddivisione della struttura dell’educazione che consiste: 1° nella cultura: scolastica o meccanica, che riguarda l'abilità; essa, pertanto è didattica (e sta nell'opera del maestro); 2° nella cultura prammatica, che si riferisce alla prudenza (e sta nell'opera del governatore); 3° nella cultura morale, e si riferisce alla moralità. Questo afferma Kant, per dare il senso alla sua Pedagogia che possiamo riassumere in un pensiero: “L’uomo ha bisogno della cultura scolastica o della istruzione, per mettersi in grado di conseguire tutti i suoi fini. Essa gli dà un valore come individuo umano. La cultura della prudenza lo prepara a diventare cittadino vero, dacché gli conferisce un valore pubblico. In questo modo egli impara a trar partito pei suoi fini della società civile e a conformare sé stesso a quelli sociali. Finalmente, la cultura morale gli dà un valore che risguarda tutta la specie umana”.