"Io se i miei genitori fossero neri, avrei paura per sempre". "Io proverei a dipingerli con un colore chiaro come il rosa e almeno diventerebbero di pelle italiana". La pelle giusta è la pelle bianca. E' bianco chi ha potere e benessere, chi ne è privo - bosniaci o albanesi, zingari o africani - è nero e appare inquietante. L'ossessione e la paura degli "altri": è il tratto che caratterizza gran parte dei settemila temi racolti da Paola Tabet in una ricerca condotta presso centinaia di scuole italiane, elementari e medie, dal Veneto alla Sicilia. L'età dei bambini coinvolti, l'immediatezza e la forte carica emotiva dei loro lavori, che non si nascondono dieto l'ipocrisia e l'ostentazione dei buoni sentimenti, mettono definitivamente in crisi l'affermazione per la quale "gli italiani non sono razzisti". La pelle giusta è un documento che, grazie anche al confronto tra le idee elaborate nei temi e la cultura trasmessa dagli adulti, ci avvicina alle contraddizioni e alle ambiguità dei ragazzi, divisi tra schifo e pena, simpatia e rifiuto per il "diverso", e aiuta a capire da dove nascono e dove si riflettono le nostre paure.