Le confessioni d’un italiano di Ippolito Nievo è un romanzo di ardua lettura, sia per la lunghezza che per la prosa, ricca di arcaismi e di strutture sintattiche ormai desuete. Questa antologia, che consta di un terzo delle pagine del testo originale, è caratterizzata da una revisione linguistica che consente al lettore contemporaneo una lettura più agevole. Le confessioni è di sicuro un romanzo storico, ma ciò che davvero lo caratterizza sono la finezza psicologica con cui vengono tratteggiati i protagonisti, e l’abbondanza delle riflessioni esistenziali e filosofiche che assegnano un ruolo rilevante all’amore romantico e alla passione civile. Tra i protagonisti, la Pisana è uno dei personaggi femminili più affascinanti della letteratura mondiale per il suo spirito di indipendenza e di anticonformismo. È l’incarnazione di un modo di essere femminile che, alla luce della storia, va interpretato come l’espressione di un conflitto tra la tradizione culturale - che subordina la donna al ruolo di moglie e di madre - e le nuove istanze di uguaglianza e pari dignità tra uomo e donna. Carlino subisce tutte le conseguenze di questo nuovo modo di essere femminile, ma il suo amore, nonostante alcuni momenti di insofferenza, rimane inalterato fino alla fine. Per la densità della passione amorosa e civile, per il connubio tra privato e pubblico che assegna alla vita il compito di coltivare una pienezza che si realizza nella sfera dei sentimenti e degli ideali, il romanzo di Nievo, nella presente versione antologica, andrebbe adottato nelle scuole medie superiori come contraltare ai Promessi sposi che, al di là dell’indubbio valore letterario, ha ben poco da dire ai giovani di oggi. Un nuovo Risorgimento non è all’orizzonte: un giorno o l’altro, però, dovrà pure venire.