Ho un’istintiva repulsione per certi commenti di dotti analisti che hanno la pretesa di spiegare tutto, di rigirare i versi come si gira un calzino, di affermare che tutto è compiuto, tutto è spiegato con fredda autopsia, col risultato di scoraggiare il lettore ed indurlo ad abbandonare la lettura. Il commento a mio parere deve essere un rivivere, per quanto possibile, il lavorio interiore dell’estro, solo così si potrà scoprire il “valore di esperienza dell’atto poetico, che sarà comunicativo solo quando capace di suscitare un’analoga (non identica né univoca) esperienza nel lettore.”