L'opera consta dei versi di due autrici sorelle, la prima parte di Elena Spampinato la seconda di Emanuela Spampinato. I versi di Elena Spampinato, laureata in filosofa, sono un tentativo di dare voce e respiro ai sentimenti più intimi dell'animo umano,rappresentano una discesa nei "cunicoli" del sentimento: l'amore, la perdita, l'attesa e l'abbandono, spesso vissuti in una esperienza solitaria e frammentaria, trovano nella natura e nel mondo descritti dall'autrice lo specchio, quel comune sentire nel quale questi ultimi si fanno carico dell'esperienza solitaria dell'uomo, nel tentativo di creare l'armonia e di ricucire la frattura che l'uomo sente tra sé e la vita. I versi, nell'atto stesso del "dire", danno giustizia e valore a moti d'animo altrimenti silenziosi e frammentari destinati a consumarsi nel logorio della vita. I versi di Emanuela Spampinato, laureata in ingegneria informatica, che costituiscono la seconda parte di questa raccolta, nascono da una ricerca meditativa e della voce del suo Es che, contrapposto all'io, esprime una voce interiore Dionisiaca dentro versi regolari ed Apollinei in un'ottica di un'estetica Nietzschiana. Tra meditazione e ricerca,convinzioni,idee e poesia sulla vita, fantasiose e visionarie,che sono un discorso e poi un altro, tra intercapedini di sentimenti anche dolorosi e sempre tendenti ad una ricerca di qualcosa di profondo,vero e profetico,spirito e versi di ricerca.