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Seminar paper from the year 2000 in the subject Romance Studies - Italian and Sardinian Studies, grade: keine, University of Heidelberg (IÜD), course: Il teatro contemporaneo, language: Italian, abstract: 1Il personaggio di Dario Fo - Biografia Dario Fo nasce nel 1926 a San Giano in provincia di Varese; suo padre un ferroviere, sua madre una contadina. Nasce in una famiglia proletaria, di tradizioni democratiche e antifasciste. Dai suoi compaesani, per la maggior parte contrabbandieri e pescatori di frodo, tutti individui dotati di una fantasia senza limiti, Fo impara a vedere e a leggere le…mehr

Produktbeschreibung
Seminar paper from the year 2000 in the subject Romance Studies - Italian and Sardinian Studies, grade: keine, University of Heidelberg (IÜD), course: Il teatro contemporaneo, language: Italian, abstract: 1Il personaggio di Dario Fo - Biografia Dario Fo nasce nel 1926 a San Giano in provincia di Varese; suo padre un ferroviere, sua madre una contadina. Nasce in una famiglia proletaria, di tradizioni democratiche e antifasciste. Dai suoi compaesani, per la maggior parte contrabbandieri e pescatori di frodo, tutti individui dotati di una fantasia senza limiti, Fo impara a vedere e a leggere le cose in un certo modo. A Milano giovanissimo, frequenta l'accademia di Brera. Si iscrive alla facoltà di architettura del Politecnico, che frequenta fino a sette esami dalla laurea. È questo un periodo di enorme entusiasmo per Fo, il quale inizia a scoprire un ambiente nuovo e in movimento, e i rapporti umani che si aprono e gli crescono intorno. Dario Fo si inserisce nella città con un profondo istinto per la partecipazione attiva e creativa nel rapporto con gli altri, un forte senso del positivo, della realtà concreta, una sana voglia di vivere che rifiuta ogni atteggiamento di introversione, di abbandono decadente. Si porta addosso la fantasia dei "fabulatori" che giravano intorno al lago Maggiore, dove Fo è nato, raccontando nelle piazze, nelle osterie, strane storie, un poco ingenue, un poco matte. La semplicità era la loro caratteristica. Le loro storie erano semplici iperboli desunte dall'osservazione della vita quotidiana, ma al di sotto di queste storie "assurde" si nascondeva la loro amarezza; l'amarezza di una gente delusa e di una satira acerba - rivolta al mondo ufficiale - che forse pochi coglievano. Raccontavano, sempre in prima persona, di strani pescatori che, dando troppa forza al lancio della lenza pescavano dall'altra parte campanili; di strani corridori su barche, che si dimenticavano di mollare gli orrneggi e arrivavano al traguardo logicamente secondi; di strani esploratori del mondo sottomarino dove scoprivano un paese tale quale sopra, ma immobile e pulitissimo con tutti i suoi personaggi. [...]