Gli antichi credevano, che la scienza dovesse condurre a conoscere le cose fino nella essenza e nelle cause loro. Lo insegnava espressamente anche il grande filosofo, che Dante ha chiamato "il maestro di color che sanno" A noi non è più possibile una tale illusione; poiché sappiamo, che lo sforzo di risalire oltre i fenomeni è vano affatto; e che il compito della scienza non può essere altro, che di rilevarne la consistenza, la successione e le somiglianze.
L’errore degli antichi era naturalissimo, e dipendeva da ciò, che l’uomo, senza punto accorgersene, pone negli oggetti le impressioni sue proprie, come il movimento della terra nel sole; e considera le idealità, formate dalla sua immaginazione, quali rappresentazioni adeguate e perfette di ciò, che esiste veramente ed opera nelle cose. Il lavoro analitico, onde la scienza pervenne a scoprire l’inganno, fu oltremodo lungo, difficile e faticoso. E la storia de’ suoi progressi, a questo riguardo, dai Greci, che la iniziarono, a noi, è piena di insegnamenti e merita di essere ricordata.
L’errore degli antichi era naturalissimo, e dipendeva da ciò, che l’uomo, senza punto accorgersene, pone negli oggetti le impressioni sue proprie, come il movimento della terra nel sole; e considera le idealità, formate dalla sua immaginazione, quali rappresentazioni adeguate e perfette di ciò, che esiste veramente ed opera nelle cose. Il lavoro analitico, onde la scienza pervenne a scoprire l’inganno, fu oltremodo lungo, difficile e faticoso. E la storia de’ suoi progressi, a questo riguardo, dai Greci, che la iniziarono, a noi, è piena di insegnamenti e merita di essere ricordata.