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Green Mews è un postaccio, un quartiere di edilizia popolare ormai decrepita, in mano agli spacciatori e abbandonato dal resto della società. È lì che viene scaricato il corpo dell’ultima vittima dell’assassino seriale a cui sta dando la caccia il Detective Porter, della Metropolitan Police. Inutile dire che da quelle parti gli sbirri non sono visti molto di buon occhio. Ma c’è una ragazza, che girella attorno alla scena del crimine, una ragazza come un gatto selvatico, difficile da avvicinare, ma capace di stupire per intelligenza e generosità: Delyse. È l’inizio di un’amicizia difficile,…mehr

Produktbeschreibung
Green Mews è un postaccio, un quartiere di edilizia popolare ormai decrepita, in mano agli spacciatori e abbandonato dal resto della società. È lì che viene scaricato il corpo dell’ultima vittima dell’assassino seriale a cui sta dando la caccia il Detective Porter, della Metropolitan Police. Inutile dire che da quelle parti gli sbirri non sono visti molto di buon occhio. Ma c’è una ragazza, che girella attorno alla scena del crimine, una ragazza come un gatto selvatico, difficile da avvicinare, ma capace di stupire per intelligenza e generosità: Delyse. È l’inizio di un’amicizia difficile, venata di attrazioni complesse e incomprensioni quasi buffe. Porter con la sua missione e Delyse che cerca un futuro diverso. Forse non erano neppure destinati a incontrarsi, ma ormai è successo... anche se sembrano venire da due universi paralleli.
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CONTIENE SCENE ESPLICITE - CONSIGLIATO A UN PUBBLICO ADULTO
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Delyse guardò dallo spioncino e vide Grant Porter, lo sbirro del giorno prima.
Gli colava qualcosa sulla faccia. E sui capelli. E, guardando con attenzione, sulla camicia.
Sembrava uovo.
Porter fece un gesto rassegnato. «Un’ottuagenaria obesa mi ha tirato delle uova. In questo quartiere non c’è un bagno pubblico».
«Uhm... non so se puoi entrare»
Per prima cosa era ancora in pigiama, chiaramente appena uscita da letto, con addosso solo dei pantaloncini molto corti e una casacca di cotone. Non si sentiva molto a suo agio con uno sconosciuto nei dintorni. I suoi capelli dovevano essere simili a un fungo atomico, cosa che un po’ la infastidiva. Doveva usare il bagno. Ma, specialmente, aveva la sua piccola coltivazione in soggiorno.
Porter sospirò. «Se non hai un cadavere crivellato di proiettili sul divano, credo di poter passare sopra a ogni eventuale altro crimine».
«È per uso personale» chiarì lei.
«Non mi interessa. Ho dell’uovo che mi sta colando giù per il petto e si avvicina sempre più alle mie parti private».
Un po’ controvoglia, Delyse si fece da parte. Casa sua era un casino, tra l’altro. Ma se l’uovo gli stava per colare sul pisello...
Grant entrò e rivolse a malapena un’occhiata al suo soggiorno. Si tolse la giacca (che sembrava scampata al bombardamento) e la mollò su una poltrona, poi seguì la direzione del suo indice verso il bagno. Si slacciò la fondina e la posò per terra accanto ai suoi piedi, poi si liberò anche della camicia e della t-shirt bianca che aveva sotto. Delyse seguì l’operazione con occhio critico. Non aveva riflettuto sul fatto che avesse una pistola. Era una cosa che non le piaceva un granché. Ma upgradò la sua categoria da “scopabile” a “sexy”, visto che comunque aveva un bel paio di spalle e un torace molto okay. Lui si sciacquò la faccia senza degnarsi di chiudere la porta. Bloccò un rivolo di albume che gli stava colando giù per una pancia piatta piuttosto interessante, intercettandolo giusto prima dei primi peli dell’inguine, poi le fregò con naturalezza il sapone e iniziò a insaponarsi la peluria del petto.
Ora i suoi addominali bugnati erano coperti di schiuma bianca.
Delyse osservò con occhio critico il manzo semi-insaponato che si era trovata nel bagno. C’era di peggio. Alzò il suo rating da “sexy” a “figo”.