Introduzione di Alessandro Roncaglia Contributi critici di Lucio Colletti, Claudio Napoleoni e Paolo Sylos Labini Traduzione integrale di Francesco Bartoli, Cristiano Camporesi e Sergio Caruso Nel maggio del 1776, circa duecentotrenta anni fa, si pubblicava La ricchezza delle nazioni, con cui Adam Smith fondava la moderna scienza economica: ancor prima del pieno dispiegarsi della rivoluzione industriale questo testo ha offerto alcune delle principali categorie di interpretazione della nascente società capitalistica (divisione del lavoro, definizione delle classi, valore-lavoro) e straordinarie intuizioni sulla società borghese e sul suo evolversi. Non c’è nessuna questione di teoria e di politica economica che non sia stata in qualche modo almeno impostata ne La ricchezza delle nazioni, tanto che tutti gli sviluppi successivi del pensiero economico si trovano, magari allo stato embrionale, compresenti in questo libro fondamentale. Adam Smith (Kirkcaldy 1723 - Edimburgo 1790), economista e filosofo scozzese, subentrò a F. Hutcheson nell’insegnamento di filosofia morale all’università di Glasgow. Nel 1759 pubblicò Teoria dei sentimenti morali e nel 1776 la sua opera più importante, Ricerche sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni, nella quale trova origine il pensiero economico moderno.